Olbia, i balneari all’attacco sul Pul: «Cancellato il 60% delle imprese»
Gambella (Itb Italia) contro la giunta Nizzi: «Con noi nessun dialogo»
Olbia Il futuro delle spiagge olbiesi continua a prendere forma. La sala del museo ospita un incontro squisitamente tecnico previsto all’interno dell’iter della Valutazione ambientale strategica. Ed è proprio qui che la distanza tra amministrazione comunale e balneari diventa siderale. Secondo gli imprenditori del mare – da anni sul piede di guerra – il Piano di utilizzo dei litorali firmato dalla giunta Nizzi spazzerà via buona parte delle loro imprese. Francesco Gambella, segretario regionale del sindacato Itb Italia, lo ha ribadito anche al museo. «Questa, per molti balneari olbiesi, è una giornata da dimenticare – attacca il sindacalista –. Si è avvera ciò che Itb Italia sostiene da diversi anni: se non si muore di Bolkestein, si muore di Pul». E poi ancora: «Si cancella il 60 per cento delle microaziende a conduzione familiare presenti sul demanio di Olbia».
Il Pul
Approvato un anno fa in consiglio comunale, il Pul targato Nizzi punta a rivoluzionare l’utilizzo delle spiagge cittadine. Questi i punti principali: rendere libero il 70 per cento dei litorali, riducendo quindi lo spazio delle concessioni, e spostare i punti ristoro, che dovranno essere realizzati secondo regole ben precise, nel retrospiaggia. Anche i parcheggi saranno allontanati dalla sabbia insieme ad altri servizi, lasciando campo libero alla rigenerazione delle dune. Per far ciò, il Comune ha avviato lo scorso inverno una maxi procedura di esproprio, mentre a settembre il grosso delle osservazioni – relative appunto agli espropri – era stato respinto dalla maggioranza in consiglio comunale. Invece nella mattinata di oggi, lunedì 1 dicembre, l’incontro tecnico previsto dalla procedura Vas. Presenti l’ingegnere Francesco Licheri dello Studio Plans, l’urbanista Giuseppe Zingaro e il dirigente Davide Molinari. I balneari avranno tempo fino al 15 dicembre per presentare le loro osservazioni.
L’attacco
È stato soprattutto Francesco Gambella a criticare fortemente il Pul voluto dall’amministrazione. Innanzitutto perché lo spazio riservato alla spiaggia libera passerà dal 30 al 70 per cento. «Oltre 450 lavoratori tra bagnini, baristi, camerieri e assistenti in spiaggia non saranno ricollocati in quelle stesse piccole imprese per le quali hanno lavorato con grande professionalità per anni» dice Gambella. Per l’Itb c’è anche il rischio che gli attuali balneari, «in caso di futura pubblicazione di quei bandi di gara che mai auspichiamo», non siano neanche in grado di partecipare «perché, per come è disegnato il litorale, verrebbero esclusi a favore di veri e propri potentati economici». Poi un altro allarme: «Gli spazi dedicati ai servizi, di fatto, acquisteranno un valore economico enorme, rendendo così il turismo balneare solo ed esclusivamente per ricchi. Inoltre, il nostro augurio è che negli spazi liberi non si crei un carico antropico tale da obbligare l’amministrazione a rendere tutte le spiagge a numero chiuso». Secondo l’Itb il Pul di Olbia nasce «già datato e superato, in quanto basato su vecchie linee guida che, già dal prossimo inverno, verranno riviste» dalla Regione. Gambella accusa infine la giunta Nizzi di voler tenere le porte chiuse ai balneari: «Nonostante le tre Pec inviate già da un anno e mezzo all’assessorato di riferimento, non c’è mai stata nessuna interlocuzione. Le decisioni sono maturate solo ed esclusivamente in totale solitudine, senza alcun ascolto».
