Olbia, Vasco De Cet diventa cittadino spagnolo: il nonno lottò contro i franchisti
L’ex direttore della Marina di Portisco è il nipote del padre costituente Velio Spano. Ora arriva il riconoscimento di re Felipe
Olbia Tra qualche settimana sarà convocato dal consolato. Giurerà sulla costituzione e riceverà il passaporto con lo stemma ufficiale del regno. Vasco De Cet, per anni direttore della Marina di Portisco, ora consulente nazionale Assomarinas e punto di riferimento della portualità turistica in Italia, è appena diventato cittadino spagnolo. Non lo ha scelto lui, ma è tutto scritto in un decreto appena firmato da re Felipe. La Spagna, infatti, ha concesso la cittadinanza per naturalizzazione a tutti i discendenti dei volontari che, dal 1936 al 1939, prestarono servizio nelle Brigate internazionali. E cioè le formazioni militari che, nella guerra civile spagnola, combatterono al fianco dell’esercito popolare repubblicano contro le forze nazionaliste comandante da Francisco Franco, poi diventato dittatore fino agli anni Settanta. Vasco De Cet è infatti nipote del sardo Velio Spano, figura chiave dell’antifascismo e, insieme alla moglie Nadia Gallico, membro dell’assemblea costituente. Spano, già esiliato in Francia perché comunista, durante la guerra civile spagnola ricoprì un ruolo piuttosto importante. Così il re, su proposta del governo Sánchez, ha deciso di conferire la cittadinanza ai suoi discendenti e a quelli degli altri volontari stranieri che, in Spagna, lottarono contro le forze nazionaliste golpiste in difesa della democrazia.
Cittadinanza
Oltre alla cittadinanza italiana, da ora in poi Vasco De Cet, che abita da anni a Olbia, avrà anche quella spagnola. Stesso discorso per la mamma Chiara Spano, per la zia Paola, per le sorelle Irene e Libera Picchianti e per la cugina Sara Martelli. Sono le figlie e i nipoti di Velio Spano. «L’iniziativa della cittadinanza contiene un elemento che può sembrare paradossale» fa subito notare De Cet. Il motivo è questo: oggi a concedere la cittadinanza è il re di Spagna, mentre le forze anti-franchiste erano rigorosamente repubblicane. «Il fatto che oggi sia proprio la monarchia a conferire la cittadinanza ha un grande significato – sottolinea quindi De Cet –. È il segno che quella spagnola è una democrazia matura, una democrazia che sa riconoscere il valore e l’impegno di quella battaglia. Più che alle persone, è alle idee che si dà la cittadinanza. Per quanto mi riguarda, è naturale che sia contento. Non mi sono mai sentito cittadino di una sola nazione. Da sempre credo che il nazionalismo sia un disastro e che il futuro di pace sta nell’essere comunità e non nell’essere nazione. Una comunità, per esempio nel nostro Mediterraneo, fatta di tante identità, culture e religioni».
Nonni illustri
Nelle vene di De Cet scorre insomma un pezzo di storia italiana. Il nonno Velio, nato nel 1905 a Teulada e morto nel 1964 a Roma, non fu solo padre costituente ma anche senatore per quattro legislature e dirigente di primo piano del Partito comunista italiano. Contribuì alla lotta di liberazione dal nazifascismo e, nell’immediato dopoguerra, fu per un breve periodo direttore de l’Unità. Impegnato anche nella sua Sardegna, partecipò da protagonista alle lotte dei contadini e dei minatori. Da ragazzo conobbe Antonio Gramsci, con il quale discuteva della “questione sarda”. «A quelle conversazioni devo senza dubbio, almeno in parte, di essere diventato un comunista» scrisse anni dopo. Durante la guerra civile spagnola, da esponente del Pci clandestino, Velio Spano entrò nelle Brigate internazionali e divenne membro dello stato maggiore del comandante Juan Modesto, generale di orientamento comunista. In Spagna Velio Spano organizzava importanti servizi radio con l’obiettivo di comunicare con il popolo italiano, nel pieno della dittatura fascista. Nel 1938, invece, fu inviato dal partito in Tunisia, dove conobbe e sposò Nadia Gallico, nata a Tunisi nel 1916 e scomparsa a Roma nel 2006. Anche la sua una storia tutta da raccontare: fu antifascista, una delle 21 donne elette all’assemblea costituente, deputata del Pci e tra le fondatrici dell’Unione donne italiane e presidente dell’Unione donne sarde.
