La Gallura prima destinazione nel Mediterraneo per i superyacht: nel 2025 crescita del 15,8%
Presentato a Milano il nuovo studio del Cipnes: il patrimonio degli armatori è di 2mila miliardi di dollari
Olbia La Gallura si conferma nel 2025 come primaria destinazione nel Mediterraneo per i superyacht, rafforzando il proprio ruolo non solo come meta turistica d’eccellenza, ma come piattaforma strategica per l’industria nautica e l’attrazione di investimenti internazionali in Sardegna. Nella stagione estiva 2025 (giugno–settembre), nel tratto di costa compreso dalla Costa Smeralda all’Arcipelago della Maddalena, da Santa Teresa Gallura a San Teodoro, il sistema Pelagus della Guardia Costiera ha rilevato 3.114 yacht unici, con una crescita del +15,8% rispetto allo stesso periodo del 2024. All’interno dei 3.114 complessivamente rilevati, sono stati identificati e profilati 347 superyacht per un valore complessivo stimato in 21,1 miliardi di dollari (fonte: Superyachtfan). Ancora più significativo è il profilo degli armatori: i proprietari, provenienti da 51 Paesi, presentano un patrimonio personale aggregato di circa 2.000 miliardi di dollari (fonte: Forbes), un valore paragonabile al Pil dell’Italia. Sono i risultati che emergono dal secondo studio sulle presenze dei superyacht in Gallura, elaborato dal Cipnes Gallura attraverso il proprio Centro Studi, in collaborazione con UniOlbia e con la Direzione Marittima del Nord Sardegna, e presentato a Milano negli spazi Insula – hub di promozione dell’agrifood della Sardegna – venerdì 12 dicembre, davanti a un pubblico di investitori nazionali e internazionali. L’analisi fa parte della convenzione firmata dal Cipnes con l’assessorato alla Programmazione della Regione Sardegna, il Centro Regionale di Programmazione e l’assessorato all’Industria della Regione Sardegna per l’internazionalizzazione dell’industria nautica sarda.
Il metodo
«La ricerca – sottolineano dal Cipnes – si distingue come un unicum a livello europeo per la sua metodologia scientifica e multilivello, sviluppata grazie al protocollo di collaborazione tra Cipnes Gallura e Direzione Marittima del Nord Sardegna. Per la prima volta un ente pubblico territoriale utilizza in modo sistematico un flusso di dati istituzionali certificati, integrandolo con piattaforme internazionali, per misurare con rigore la domanda nautica di alta gamma su scala regionale». «Lo studio combina tre livelli di analisi complementari – proseguono dal Cipnes Gallura –. Primo: estraiamo i dati Pelagus della Guardia Costiera, che identificano le imbarcazioni tramite il codice MMSI (Maritime Mobile Service Identity) – un identificativo univoco assimilabile a una “targa digitale” – e consentono di conteggiare esclusivamente i pleasure craft, evitando sovrapposizioni con il traffico commerciale. Secondo: analizziamo il database internazionale del sito specializzato SuperyachtFan, utilizzato per l’identificazione puntuale dei superyacht – nome, lunghezza, valore, cantiere e proprietà – e per la stima del valore economico complessivo della flotta. Infine utilizziamo le valutazioni delle liste Forbes, impiegate per stimare la ricchezza associata ai proprietari dei superyacht noti presenti in Gallura, ricostruendo così la dimensione finanziaria globale collegata alle presenze dei supe¬ryacht nel nord est della Sardegna».
I dati della stagione 2025 dei superyacht
L’analisi copre il periodo giugno–settembre 2025 e sette aree strategiche del litorale gallurese: Santa Teresa – Bocche di Bonifacio; Arcipelago di La Maddalena; Cannigione – Golfo di Arzachena – Baja Sardinia; Costa Smeralda (Liscia di Vacca – Porto Cervo – Cala di Volpe); Porto Rotondo – Golfo Aranci; Olbia; Isola di Tavolara – San Teodoro. Il Centro Studi del Cipnes ha effettuato estrazioni mensili dal sistema Pelagus per misurare la presenza reale dei superyacht nel territorio. «Per garantire la massima affidabilità statistica – dicono dal Cipnes – vengono conteggiati solo gli MMSI unici: ogni imbarcazione viene registrata una sola volta, mese per mese, anche se si sposta tra più aree o permane per periodi prolungati in rada. Nel 2025 gli MMSI unici rilevati sono stati 3.114, con un incremento del +15,8% rispetto allo stesso periodo del 2024».
L’analisi dei superyacht
Successivamente, il Centro Studi del Cipnes Gallura ha incrociato gli MMSI rilevati con il portale internazionale SuperyachtFan.com, così da attribuire a ciascuna imbarcazione identificata il nome del proprietario e la relativa nazionalità, il valore stimato del superyacht, la lunghezza e il cantiere costruttore. «Attraverso questo processo – proseguono dal Cipnes – sono stati identificati 347 superyacht noti per un valore complessivo di di 21,1 miliardi di dollari. I proprietari dei 347 superyacht identificati provengono da 51 Paesi. I primi 10 Paesi sono: Stati Uniti (72 proprietari), Regno Unito (36), Italia (33), Russia (20), Germania (19), Paesi Bassi (16), Arabia Saudita (13), Francia (13), Svizzera (11), Emirati Arabi Uniti (10). Oltre la metà dei proprietari arriva dall’Europa (Ue e Regno Unito e Svizzera). Utilizzando le stime patrimoniali pubblicate da Forbes, il Centro Studi del Cipnes ha ricostruito il patrimonio netto dei proprietari dei 347 superyacht identificati. Questo ha consentito di valutare la dimensione finanziaria potenziale che interagisce con il territorio gallurese e di stimare l’impatto economico che anche una quota marginale di questi capitali potrebbe generare qualora venisse investita in Sardegna. Il patrimonio aggregato dei proprietari dei superyacht è pari a 2 mila miliardi di dollari. I primi 10 Paesi sono Stati Uniti (794,7 miliardi di dollari), seguiti da Emirati Arabi Uniti (457,2 miliardi), Francia (187,6 miliardi), Spagna (132,8 miliardi), Italia (72,43 miliardi), Regno Unito (64,5 miliardi), Svizzera (33,6 miliardi), Russia (32,3 miliardi), Arabia Saudita (21,5 miliardi), Germania (20,7 miliardi). Questi dati confermano che Costa Smeralda e Gallura rappresentano oggi una delle maggiori concentrazioni di ricchezza privata del Mediterraneo, con un potenziale rilevante per lo sviluppo di investimenti e nuove filiere produttive collegate all’industria nautica della Sardegna».
Italia e Sardegna
Tra i 347 superyacht identificati nella stagione 2025 nella Gallura marittima, il Made in Italy conferma la propria forza industriale: gli yacht prodotti da cantieri italiani sono 113 (32,6% del totale), seguiti da quelli dei Paesi Bassi con 88 (25,4%) e della Germania con 38 (11,0%). Insieme, questi tre Paesi rappresentano il 69% dell’intera flotta rilevata, delineando la triade che oggi domina la cantieristica mondiale di alta gamma. «A completare questo quadro – sottolineano ancora dal consorzio industriale –, va ricordato che una quota significativa dell’ecosistema che accompagna i superyacht – in particolare i tender e i Rib utilizzati come mezzi di supporto – è anch’essa frutto della produzione italiana, con una presenza rilevante di cantieri attivi in Sardegna. In questo scenario, si consolida anche il ruolo della Sardegna come piattaforma di servizi avanzati per i superyacht: secondo lo studio Cipnes–UniOlbia del 2025, il fatturato complessivo delle aziende attive nell’isola nel refit, nelle riparazioni e nel rimessaggio ha raggiunto 73.341.297 euro, un dato destinato a crescere con l’approvazione dei nuovi progetti cantieristici previsti in Sardegna».
Regione Sardegna e Cipnes Gallura
Lo studio nasce nell’ambito del piano triennale di internazionalizzazione dell’industria nautica, approvato e finanziato dagli Assessorati alla Programmazione e all’Industria della Regione Sardegna, di cui il Cipnes è soggetto attuatore. «La ricerca fornisce strumenti scientifici e dati comparabili per rafforzare la competitività della cantieristica e dei servizi avanzati, sostenere lo sviluppo dell’economia del mare, attrarre investimenti esteri in Sardegna e sviluppare il progetto del biometanolo a Olbia – dicono dal consorzi –. L’iniziativa si inserisce inoltre nel più ampio accordo strategico che ha portato all’attivazione del corso di laurea in Ingegneria Navale in Sardegna, offerto nella sede di Olbia dall’Università di Cagliari con il supporto del Consorzio UniOlbia, il sostegno finanziario della Regione Sardegna e il sostegno del Comune di Olbia». La presentazione a Milano è avvenuta davanti a un pubblico composto da imprenditori, investitori, mondo accademico. Lo studio è stato illustrato dal curatore, Guido Piga. Sono intervenuti Giovanni Dedola dell’assessorato all’Industria della Regione Sardegna, che ha portato i saluti dell’assessore regionale Emanuele Cani. Livio Fideli, presidente del Cipnes Gallura; Gianluca D’Agostino, direttore della Direzione marittima del Nord Sardegna; Daniele Cocco, presidente della facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari; Francesco Mola, rettore dell’Università di Cagliari; Aldo Carta, presidente di UniOlbia e direttore generale del Cipnes; Flavio Manenti, docente del Politecnico di Milano; Paolo Bertetti, responsabile dell’Innovazione di Sanlorenzo; Andrea Fogazzaro, manager di Google.
