La Nuova Sardegna

L'archeologia deve molto a Ercole Contu

Giuseppe Tanda
Ercole Contu davanti al nuraghe Santu Antine
Ercole Contu davanti al nuraghe Santu Antine

Una vita tra cantieri e università con lo scopo di rendere accessibili a tutti i segreti della sua isola e delle genti che l'abitavano

18 gennaio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





Appare difficile ricordare in un breve intervento gli aspetti rilevanti della personalità di Ercole Contu archeologo, soprintendente, professore. Laureato presso l'Università di Cagliari con una tesi di catalogo discussa con Giovanni Lilliu, fu assistente di Ranuccio Bianchi Bandinelli, docente di Archeologia Classica a Cagliari. Conclusa l'esperienza nella Scuola Archeologica di Atene e ottenuta la libera docenza, cominciò la sua carriera nella Soprintendenza archeologica, a Bologna, come "operaio a 90 giorni", così si definiva, riassunto a scadenza di contratto. Ben presto rientrò in Sardegna, d'imperio, per scavare a Sassari, a monte d'Accoddi, il "nuraghe più antico della Sardegna", che dimostrò di essere "altro": un monumento cultuale, un altare preistorico unico nel Mediterraneo.

Nella Soprintendenza di Sassari svolse la sua carriera, conclusasi con l'inaugurazione del Museo "G. A. Sanna", allestito utilizzando disegnatori e collaboratori di sua fiducia (tra questi c'ero anch'io con un piccolo incarico). Voleva un "museo per tutti", a prova di studenti di scuola primaria. Lo scoglio più grosso era costituito dalla necessità di "tradurre" il linguaggio scientifico degli archeologi in un linguaggio chiaro e comprensibile, senza nulla concedere alla fantasia. Riuscì a raggiungere il suo obiettivo. Questa sua esigenza di divulgare i risultati dei suoi studi in un pubblico vasto si avverte chiaramente nel suo manuale in due volumi "La Sardegna preistorica e nuragica", opera di alta divulgazione, base di studio per generazioni di studenti.

Contu archeologo è noto innanzitutto per le scoperte archeologiche eccezionali, come Monte d'Accoddi, oppure le domus de janas decorate: la tomba III di Mandra Antine a Thiesi ad esempio. Non si accontentò solo di scoprirli, ma esplorò scientificamente quei monumenti e li rese noti con le sue pubblicazioni. Nella sua attività si è distinto per alcuni tratti salienti: la cura e la precisione nella registrazione dei dati scientifici, l'approccio, aperto ad altre discipline come l'etnologia, l'analisi ampia delle problematiche ed il tentativo di risolverle. Altro aspetto importante era l'attenzione verso le metodologie innovative di documentazione e di ricerca come la ricalibrazione del C14, l'uso dell'informatica e delle analisi sul DNA.Questo atteggiamento era certamente connaturato ma era anche favorito dalle frequentazioni e dagli studi in ambito extrainsulare, nell'Università di Roma, "La Sapienza", in cui operavano Salvatore Maria Puglisi (suo grande amico), Alba Palmieri e Renato Peroni.

Ercole Contu diventò professore ordinario e resistette alla proposta del ministro Giovanni Spadolini che gli offriva il ruolo di Soprintendente e, in contemporanea, il mantenimento dell'insegnamento. Doveva fare una scelta e la fece. Scelse solo l'Università. D'altra parte era convinto che all'Università avrebbe potuto dedicarsi a quello che è il sogno di ogni archeologo: la ricerca. La facoltà di Magistero aveva ottenuto spazi: in una stanza di 4x4 transitavano una ventina tra docenti, assistenti, contrattisti ed assegnisti. Poi avvenne la conquista di un ambiente attribuito esclusivamente agli archeologi: una stanzetta di 3x3 circa. Questo fu l'inizio della costruzione di una comunità scientifica di archeologia a Sassari, che si riflesse nell'indirizzo archeologico voluto e realizzato da Ercole Contu: unicum in Italia tra le facoltà di magistero. Poco dopo si arrivò all'Istituto di Antichità, Arte e Discipline Etnodemologiche, di cui fu direttore. Con la pensione Ercole Contu continuò ad operare come archeologo, dedicandosi a tematiche vicine soprattutto al mondo classico: il vino (l'ultimo libro), i rasoi (studio in corso). Era tornato agli inizi della sua carriera.

Nella personalità di Ercole Contu c'è anche un tratto caratteristico, d'importanza non minore: la maniera talvolta giocosa di intervenire, con prontezza di battute, sdrammatizzando situazioni e riconducendole alla normale dialettica scientifica. Ricordiamocelo anche in questa veste.

In Primo Piano
I controlli

In gita da Sassari a Nuoro senza assicurazione: nei guai il conducente di un pullman pieno di studenti

Le nostre iniziative