La Nuova Sardegna

Il nostro Paese deve essere vicino al popolo cinese

Plinio Innocenzi
Il nostro Paese deve essere vicino al popolo cinese

L'ex addetto scientifico presso l'Ambasciata d'Italia a Pechino, docente all'università di Sassari, indica le ragioni per le quali l'Italia in particolar modo non deve sottovalutare la delicatezza del momento attraversato dalla "fabbrica del mondo"

15 febbraio 2020
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A distanza di oltre due mesi dall'inizio dell'epidemia del coronavirus in Cina ci si interroga sugli effetti politici ed economici che potrebbe avere a livello mondiale. La Cina non è solo la seconda economia ma anche la "fabbrica del mondo" che produce beni e prodotti che sono parte essenziale della catena globale. Interrompere questa connessione può avere ripercussioni economiche difficili da prevedere. Per contenere la diffusione del virus le attività commerciali e produttive della Cina sono state di fatto congelate. La diffusione dell'epidemia è coincisa con il capodanno cinese quando scuole e fabbriche chiudono per molti giorni. La coincidenza temporale ha favorito le misure di contenimento, ma da questa settimana le attività dovranno necessariamente riprendere. I prossimi giorni saranno cruciali per comprendere quale sarà l'impatto sull'economia cinese e quindi sul resto del mondo.

Se guardiamo all'Italia i rapporti commerciali tra i nostri due Paesi sono tradizionalmente sbilanciati a favore della Cina. Nel 2018 l'Italia ha esportato in Cina beni per circa 13 miliardi importandone per 31 miliardi. Nel 2019 il deficit commerciale, almeno dai dati parziali disponibili, è aumentato ulteriormente. Nonostante la retorica del grande mercato e della grande opportunità il nostro export verso la Cina è solo il 2,8% del totale. La Cina è allo stesso tempo uno dei principali competitori dell'Italia nei mercati mondiali, soprattutto nei prodotti di media tecnologia. Le minori esportazioni verso la Cina potrebbero essere compensate da un aumento delle quote di mercato guadagnate grazie alla minore concorrenza cinese. L'impatto della crisi sulle aziende italiane in Cina dipenderà invece dalla risposta del mercato interno.

In Cina sono presenti oltre mille imprese affiliate a multinazionali italiane che impiegano circa 130000 addetti. È il terzo paese al mondo per numero di imprese italiane localizzate, dopo Romania e USA. Finita la fase della delocalizzazione per produrre a basso costo le nostre imprese in gran parte operano per il mercato locale. In questo contesto le nostre aziende che hanno fabbriche in Cina potrebbero incontrare difficoltà notevoli. Un effetto più importante potrebbe riguardare il turismo. Nel 2019 sono stati oltre 3,5 milioni i turisti cinesi in Italia e una loro riduzione potrebbe mettere in crisi alcuni operatori nazionali. La chiusura unilaterale dei collegamenti aerei ha inoltre creato una certa irritazione nel governo cinese. Era una misura che andava presa ma non senza essersi consultati prima con la controparte cinese. Al blocco dei viaggi aerei potrebbe aggiungersi quello delle navi cargo che trasportano le merci provenienti dalla Cina con conseguenze difficili da prevedere.

Vi è infine un altro aspetto non meno importante da considerare ed è quello dell'impatto dell'epidemia sulla stabilità del sistema politico cinese e sulla fiducia della popolazione nella guida del Partito Comunista Cinese. L'arrivo al potere del Presidente Xi Jinping ha segnato una cesura importante nella tradizione politica di decisioni collegiali inaugurata da Deng Xiaoping. Xi Jinping ha in breve tempo accentrato i poteri nella sua persona, divenendo l'uomo più potente della Cina dai tempi di Mao. La crisi della Cina potrebbe essere la crisi del suo Presidente e della sua credibilità. Questo scenario potrebbe aprire all'interno del PCC una fase di instabilità con ripercussioni difficili da valutare. Per questo è necessario seguire con grande attenzione l'evolversi della crisi del coronavirus in Cina.

Non solo per le ripercussioni dirette sulla nostra economia, ma perché potrebbe portare a cambiamenti geopolitici di ampia portata. Non dobbiamo inoltre dimenticare che la Cina vede in noi un Paese con il quale ha una straordinaria comunanza storica e che il popolo cinese ha nei nostri confronti stima e ammirazione. È importante mostrare in questi momenti la nostra solidarietà e amicizia.

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