La Nuova Sardegna

Trasporti sardi, dopo il sorteggio dei passeggeri ci manca soltanto la "Smorfia"

LUCA ROJCH
Trasporti sardi, dopo il sorteggio dei passeggeri ci manca soltanto la "Smorfia"

13 giugno 2020
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Il caso è il filo rosso che tiene insieme il sistema dei trasporti in Sardegna. Su Alitalia capita di viaggiare solo se si viene estratti. Air Italy potrebbe sopravvivere, ma solo se avrà la fortuna di finire sotto la pioggia miliardaria che sommerge Alitalia. Tirrenia traghetterà i sardi, fino a quando bond, fondi e commissari non affonderanno la compagnia. I trasporti nell’isola somigliano sempre più al nulla comico.

Si fa fatica a credere che si sia fatta una lotteria per decidere chi doveva salire sull’aereo che andava a Cagliari. Alitalia aveva un velivolo troppo piccolo e ha organizzato una tombolata tra i passeggeri, anche se oggi smentisce. Chi aveva il numero vincente saliva. Sembra una commedia, ma è tutto tragicomicamente vero. Ma viaggiare resta un'impresa per cuori forti e per persone pazienti. Perché il coronavirus ha sbriciolato il friabile sistema dei trasporti sardo. Nella stessa giornata a Olbia i passeggeri sono finiti intrappolati dentro un altro buco nero delle procedure post covid. Serve l'autocertificazione per chi arriva nell'isola. Ma nessuno ha i moduli, non sono stati distribuiti sull'aereo, non ci sono in aeroporto. I controlli si trasformano in un ingorgo notturno lungo ore. A Cagliari sono stati più accorti. C'è un triste scatolone di cartone, di quelli da supermarket, lasciato aperto. I turisti devono depositare la loro autocertificazione là. È il biglietto da visita della Sardegna, la prima cosa che uno vede quando arriva nell'isola. Tre istantanee in 24 ore che da sole sono sufficienti per descrivere un sistema di trasporti incerto, a pezzi. Mancano i voli continuità nel nord dell'isola. Non si capisce perché dei 64 collegamenti giornalieri ne vengono fatti solo 30 e siano stati potenziati solo quelli su Cagliari. Né si capisce come una compagnia possa assegnare i posti con una lotteria.

La situazione non migliora per chi sceglie la nave. Il sistema dei traghetti ha sempre la stessa atavica malattia, il caro biglietti. Nell'era dei voli low cost da 10 euro viene difficile competere se una famiglia per arrivare in Sardegna deve spendere 800 euro. Il governatore ha convocato un tavolo con gli armatori per lunedì, ma resta complicato credere che si possa uscire con una soluzione. Mentre l'isola spende 75 milioni di euro all'anno per garantire la continuità marittima.

In mezzo al caos trasporti ritorna in scena il dramma di Air Italy. La compagnia è finita sommersa dai debiti, tritata e venduta pezzo dopo pezzo. Restano gli slot, la parte golosa, e i 1500 dipendenti che hanno perso il lavoro. Il ministro prende ossigeno, dà il via libera agli ammortizzatori sociali e chiede il coinvolgimento delle Regioni Sardegna e Lombardia per il rilancio della compagnia. Una scelta ancora da definire, perché sempre il ministro parla dell'acquisto di asset di Air Italy da parte di Alitalia. Difficile capire se esisterà ancora Air Italy, o se finirà inglobata dentro il grande buco nero di Alitalia. Per ora la compagnia di bandiera sarda è già ammainata. E in una terra circondata dal mare e accerchiata da un doppio monopolio Alitalia-Tirrenia potrebbe diventare impossibile garantire il diritto alla mobilità. Anche perché Tirrenia e Alitalia in comune hanno una situazione economica non brillante, per chi ama gli eufemismi.

In questo sistema dei trasporti a pezzi si innesta il confuso e farraginoso protocollo di controllo per chi arriva in Sardegna. Perché l'isola è passata dal passaporto sanitario allo scatolone di cartone che raccoglie le autocertificazioni. L'estate è già iniziata e la macchina dell'accoglienza non ha un goccio di benzina. Solinas è sicuro che arriveranno oltre 2 milioni di turisti in Sardegna. E tutti gli crediamo. Resta da capire come lo faranno.

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