Trasporti sardi, dopo il sorteggio dei passeggeri ci manca soltanto la "Smorfia"
La situazione non migliora per chi sceglie la nave. Il sistema dei traghetti ha sempre la stessa atavica malattia, il caro biglietti. Nell'era dei voli low cost da 10 euro viene difficile competere se una famiglia per arrivare in Sardegna deve spendere 800 euro. Il governatore ha convocato un tavolo con gli armatori per lunedì, ma resta complicato credere che si possa uscire con una soluzione. Mentre l'isola spende 75 milioni di euro all'anno per garantire la continuità marittima.
In mezzo al caos trasporti ritorna in scena il dramma di Air Italy. La compagnia è finita sommersa dai debiti, tritata e venduta pezzo dopo pezzo. Restano gli slot, la parte golosa, e i 1500 dipendenti che hanno perso il lavoro. Il ministro prende ossigeno, dà il via libera agli ammortizzatori sociali e chiede il coinvolgimento delle Regioni Sardegna e Lombardia per il rilancio della compagnia. Una scelta ancora da definire, perché sempre il ministro parla dell'acquisto di asset di Air Italy da parte di Alitalia. Difficile capire se esisterà ancora Air Italy, o se finirà inglobata dentro il grande buco nero di Alitalia. Per ora la compagnia di bandiera sarda è già ammainata. E in una terra circondata dal mare e accerchiata da un doppio monopolio Alitalia-Tirrenia potrebbe diventare impossibile garantire il diritto alla mobilità. Anche perché Tirrenia e Alitalia in comune hanno una situazione economica non brillante, per chi ama gli eufemismi.
In questo sistema dei trasporti a pezzi si innesta il confuso e farraginoso protocollo di controllo per chi arriva in Sardegna. Perché l'isola è passata dal passaporto sanitario allo scatolone di cartone che raccoglie le autocertificazioni. L'estate è già iniziata e la macchina dell'accoglienza non ha un goccio di benzina. Solinas è sicuro che arriveranno oltre 2 milioni di turisti in Sardegna. E tutti gli crediamo. Resta da capire come lo faranno.