La Nuova Sardegna

I giovani di Fridays for Future: non sprechiamo i fondi anti Covid

Alfredo De Girolamo
Una manifestazione di Fridays for Future a Sassari
Una manifestazione di Fridays for Future a Sassari

Per mettere in sicurezza il territorio dalla siccità estiva e dalle esondazioni occorrono almeno 20 miliardi di euro, utilizziamo gli aiuti Ue

08 novembre 2020
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Un’occasione persa. È così che gli attivisti italiani di Fridays for Future hanno commentato la videoconferenza tra il premier Giuseppe Conte e Greta Thunberg. «Hanno parlato a lungo senza dirci nulla di rilevante» ha commentato laconica Martina, arrabbiata perché secondo loro l’Italia non sta trattando la crisi climatica come una vera e propria crisi. L’incontro tra Greta e Conte è nato male, con il Premier presentatosi in abbondante ritardo, e proseguito peggio, dal momento che la giovane svedese, evidentemente delusa dai contenuti della call, ha disertato la conferenza stampa che era stata fissata per dopo l’incontro.

Poco importa a FfF, loro vanno avanti. Solo pochi giorni fa hanno riempito le piazze in oltre 100 città in tutta Italia. Hanno le idee chiare, continuano a mostrare tutto il loro coraggio nel far valere le proprie ragioni, che riguardano tutti noi. I punti da affrontare il movimento li ha ben chiari: una legge di bilancio rivoluzionaria che preveda di affrontare con forza la crisi, un’economia basata sul benessere e non sul Pil, e in generale un’Europa che si impegni davvero ad azzerare il debito dei Paesi più poveri. Europa che, in generale, sta provando ad affrontare i temi del climate change: nelle scorse settimane il Parlamento di Bruxelles, coerente con la proposta della Commissione, ha approvato i tagli alle emissioni di gas serra del 60% al 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Una manovra saggia, ma che ha messo in mostra un’Europa ancora troppo miope sul tema, essendo la risoluzione passata per uno scarto di appena 26 voti. Nel frattempo anche settembre 2020 è stato il più caldo mai registrato a livello sia europeo sia globale, mentre in Italia il surriscaldamento del clima è inarrestabile: nel 2019 ha segnato +1,56°C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990.

In attesa però che misure concrete entrino in azione i ragazzi FfF si sono fatti sentire. Pretendono a gran voce che l’Italia faccia la propria parte utilizzando i soldi del Recovery Fund, entrano a gamba tesa e vogliono giustamente che il Governo preveda che un’ampia fetta vada alla lotta al cambiamento climatico. È fondamentale che diventi una priorità dell’agenda di governo perchè se si perde questa occasione il rischio di partire già attardati è molto forte. Solo per mettere in sicurezza il territorio dalle crisi idriche da noi causate, dalla siccità estiva e dalle esondazioni autunnali occorrerebbero 20 miliardi di euro, e la causa di queste crisi è proprio il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature. Ecco perché è importante che i fondi messi in campo dall’Ue vadano a beneficio anche di questa emergenza.

Chi con un flash mob, chi con assemblee organizzate con scienziati, sono stati migliaia i ragazzi che hanno manifestato. L’auspicio è che finalmente vengano ascoltati. «Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno e rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo. Perché tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? Perché tocca ancora noi – ragazzi, studenti, – scendere in strada e cercare di scuoterli?» L’intento è chiaro, non si fermeranno. Ciò che chiedono è ambizioso, ma loro lo ritengono realizzabile.

Intanto, stanno anche pianificando la loro personale Cop26, la Conferenza internazionale sul clima la cui versione originale, quella dell’ONU che avrebbe dovuto tenersi a Glasgow nelle prossime settimane, è stata posticipata al novembre 2021 a causa della pandemia. Un ulteriore schiaffo ai grandi: voi vi fermate, noi no. È anche per premiare la loro perseveranza che i loro appelli non meritano di cadere nel vuoto.

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