La Nuova Sardegna

Un rimpasto per non affondare

Luca Rojch
Il governatore Christian Solinas
Il governatore Christian Solinas

Il governatore Solinas siede su una poltrona fragilissima, la colla magica che per tre anni ha tenuto insieme la coalizione ha finito il suo effetto adesivo

15 gennaio 2022
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Solido come una nuvola. Il centrodestra in Regione vive il suo momento più fragile esposto al vento delle correnti. Il governatore Solinas siede su una poltrona fragilissima, la colla magica che per tre anni ha tenuto insieme la coalizione ha finito il suo effetto adesivo. E lo schiaffo arrivato dall’Intergruppo nel voto sulla scelta dei Grandi elettori del Presidente della Repubblica è solo il primo squillo di tromba di un’ala del centrodestra che chiede più spazio.

Il mosaico è complicato e Solinas inizia a non tenere più insieme le tessere. Forza Italia, Udc, Riformatori e l'insieme di partiti satellite che ruotano intorno a questo "grande centro" non si accontentano più di fare da marginali comprimari alla corte di Solinas. E anche l'asse Lega-Psd'Az non sembra più d'acciaio come in passato. Sia per la debolezza oggettiva del partito di Salvini nell'isola, sia per l'opera di cannibalizzazione portata avanti con un sorriso da gattone mannaro da parte del governatore nei confronti del partito delle camicie verdi. Alcune delle mosse del governatore hanno creato un grande malcontento nell'intergruppo. La creazione, ma soprattutto la nomina, del super staff, che di fatto ha commissariato gli assessorati. La scelta degli uomini messi nelle poltrone, moltiplicate, che contano della sanità. Così come un'altra raffica di scelte fatte in perfetta solitudine dal governatore. E anche i superpoteri di alcuni consiglieri regionali vicinissimi a Solinas hanno innescato una progressiva ostilità.

L'ultimo scontro, sotterraneo, è legato al Mater Olbia e al suo futuro e alla presenza del Gemelli.La posizione critica, non solo sulla sanità, di Giorgio Oppi, leader Udc, in queste settimane è lo specchio di questa guerra di profondità. Il dialogo con l'intergruppo latita, mentre le sue file si ingrossano. Perché nessuno lo dice, ma è già iniziata la corsa alle prossime Regionali e l'abito laico dell'intergruppo, un po' centro e un po' misto, dà le mani libere a molti consiglieri. Dal centro si fa meno strada per arrivare a destra o a sinistra. L'intergruppo chiede più peso in giunta e nei posti chiave. La crisi a orologeria sembra già innescata, scoppierà dopo l'elezione del presidente della Repubblica. Anche con scelte clamorose e prese di distanza dalle ultime scelte del governatore.

Solinas deve cercare di domare questa rivolta, ma il governatore si trova in una situazione complicata. Perché la madre di tutte le soluzioni, il rimpasto, è una strada impraticabile. Promesso e minacciato più volte, il rimescolamento degli assessorati è un'operazione ad alto rischio di schianto. Solinas deve accontentare l'intergruppo, difendere le poltrone della Lega e non penalizzare il suo partito. Cosa complicata, perché anche dentro il Psd'Az c'è aria di rivolta. Gli assessori in quota sono Quirico Sanna, Urbanistica, Gianni Chessa, Turismo, a cui va aggiunta Gabriella Murgia, Agricoltura. Ma la corsa alla poltrona è già partita. Perché a reclamare un posto di assessore c'è Franco Mula, consigliere Psd'Az, vorrebbe il Turismo, ma potrebbe accontentarsi dell'Urbanistica. A sostenere la sua candidatura Giovanni Satta, non proprio amico fraterno di Quirico Sanna. A sua volta Satta vorrebbe diventare capogruppo dei Sardisti in aula. Ma Solinas dovrebbe sacrificare uno dei suoi fedelissimi.

Nello stesso tempo dovrebbe trovare spazio nel rimpasto anche ad altri assessori per placare l'ira dell'Intergruppo che ha dimostrato di poter mandare sotto la maggioranza. Peru non è diventato Grande elettore solo perché Solinas ha dirottato quattro dei "suoi voti" al leghista Pais. Ma non sempre la matematica pacificatoria del governatore basterà per turare la falla del bastimento del centrodestra. Il presidente sardista fino a oggi ha mostrato doti da temporeggiatore inarrivabili. Il rimpasto è un traguardo mobile di una corsa infinita. È riuscito a rimandarlo mese dopo mese, mentre ha rivoluzionato l'assetto dei posti di comando in Regione.Ma l'abilità divincolatoria del governatore sembra essere sempre meno miracolosa. Il futuro del centrodestra in Regione si gioca in queste settimane e a Solinas serviranno tutte le sue doti da mediatore per evitare la disintegrazione della sua maggioranza. Un passo che sembra sempre più necessario per cambiare un'immagine sempre più sbiadita della giunta e del suo presidente.

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