La Nuova Sardegna

Emergenza cavallette

L’eterno giorno della locusta

di Roberto Furesi e Pietro Pulina
L’eterno giorno della locusta

L’entità delle infestazioni e dei danni prodotti sono spesso stati ingenti, al punto che, per contrastarli, anche subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale si dovette ricorrere all’intervento dell’esercito

07 marzo 2023
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Anche quest’anno le campagne sarde, specialmente quelle della Sardegna centrale, rischiano di finire sotto il flagello delle cavallette. Per l’isola non è una novità. L’entità delle infestazioni e dei danni prodotti sono spesso stati ingenti, al punto che, per contrastarli, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale si dovette ricorrere all’intervento dell’esercito, proprio come si decide in questi giorni. In passato le manifestazioni più gravi si verificavano in modo sporadico e irregolare, da qualche tempo le invasioni sono un evento che si ripete tutti gli anni.

Regione e Governo si sono attivati per impedire che la stagione calda veda le nostre coltivazioni sterminate dai temuti sciami. La prima, ai circa 20 milioni di euro stanziati per un triennio con la Legge Omnibus di fine 2022 aggiunge l’impegno del personale di Forestas e Laore. Il secondo, per il tramite del Prefetto di Nuoro, mette a disposizione esercito e vigili del fuoco. L’iniziativa appare degna di merito e tempestiva, promossa prima che, con i primi caldi, la popolazione di cavallette diventi incontrollabile. Per una valutazione dell’intervento è utile conoscerne i costi complessivi, compresi quelli di personale e mezzi che l’impegno nella campagna anti-insetto sottrarrà ad altre attività. Sarebbe vantaggioso sapere l’entità economica dei benefici che si pensa di ricavarne. E ciò non solo per obbedienza al principio per cui ogni intervento pubblico andrebbe sottoposto a una preventiva valutazione di convenienza economica, ma anche perché non è certo che l’iniziativa possa rimuovere le reali cause del fenomeno.

Gli esperti ci dicono infatti che tra i principali fattori all’origine delle frequenti infestazioni vi sono l’abbandono e la mancata coltivazione dei terreni. Il vero problema risiede nella necessità di rompere il circolo vizioso che parte dallo stato di non uso dei terreni agricoli, che a sua volta favorisce l’insediamento e la riproduzione degli insetti, i quali inducono ulteriore deterioramento dello stato dei suoli. Rimandiamo a chi possiede competenze specifiche la responsabilità dell’efficacia e dell’efficienza delle misure per affrontare l’emergenza. Ispirati dalla descrizione del fenomeno in termini di evoluzione circolare, preferiamo spostare l’attenzione dalla necessità di affrontare il problema contingente a quella sulle lacune strutturali che gli interventi di soccorso non possono sanare.

Il fatto che le cavallette proliferino nel centro Sardegna deve essere interpretato come un segnale di malessere. Soffrono i sistemi agricoli. Soffrono le popolazioni rurali. Soffrono le aree interne. Senza servizi, infrastrutture, giustizia, scuole, prospettive di futuro, non può esserci altro che il deserto. Ambiente ideale per la proliferazione di cavallette. Le immagini dello scorso anno in cui si vedevano la Piana di Ottana e le sue lugubri ciminiere avvolte dagli sciami di locuste sono uno spaccato della realtà del luogo, che vive ogni anno il suo day after.

Anche oggi, per Ottana e per le aree interne è il giorno della locusta. Il territorio rivela il proprio drammatico stato di abbandono attraverso un fenomeno, che assume la conformazione di una piaga biblica, per di più divenuta endemica. A differenza di quelle che attraversano i deserti africani – le cavallette sono ormai di casa nel centro-Sardegna. Lì nascono, vivono, mangiano, si riproducono e muoiono. Ormai da cinque anni. Se l’emergenza si risolve anche con l’esercito, l’endemismo va affrontato alla radice. Una radice profonda, che si immerge in decenni di disinteresse, di errori e omissioni politiche. Quindi, per favore, risparmiateci lo spettacolo dell’esercito della salvezza che ci libera dalle cavallette e diteci che intendete fare per le aree interne, per la Sardegna.

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