La Nuova Sardegna

Oristano

CABRAS

Rapina tragica, il giudice dice sì all’incidente probatorio

di Enrico Carta

CABRAS. In aula il 26 aprile. Sarà un momento cruciale per l’inchiesta sulla rapina finita con la morte del pensionato di Solanas, Peppino Canu (86 anni), ucciso dalla paura e dalle sevizie subite da...

13 aprile 2012
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CABRAS. In aula il 26 aprile. Sarà un momento cruciale per l’inchiesta sulla rapina finita con la morte del pensionato di Solanas, Peppino Canu (86 anni), ucciso dalla paura e dalle sevizie subite da tre banditi che nella notte tra l’1 e il 2 febbraio entrarono nella sua casa di via Caboto.

Il giudice per le indagini preliminari, Mauro Pusceddu, ha infatti accolto la richiesta di incidente probatorio formulata qualche settimana fa dal pubblico ministero Marco Ulzega che vuole così fissare un punto fermo nell’indagine che sin qui ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di tre persone.

Sono Ivan Gasparini, giovane nipote di Peppino Canu, e i suoi due amici Matteo Simbula e Michele Scintu. I sospetti si erano concentrati su di loro, in particolare sul primo, nonostante avessero fornito un alibi apparentemente inattaccabile. I tre infatti, sin dal primo momento, avevano raccontato di aver passato la serata assieme, ma di essere stati a molti chilometri di distanza dal luogo della rapina.

Non sarebbero stati quindi a Solanas, ma a Bosa, a Sassari e ad Alghero. E avrebbero anche delle prove per dimostrarlo. Intanto però l’accusa cerca altre prove che portano in direzione opposta, visto che li ha chiamati in aula (saranno assistiti dagli avvocati Gianfranco Congiu, Mario Gusi, Alessandro Enna e Carlo Figus) dove dovranno affrontare l’incidente probatorio, accordato dal giudice per le indagini preliminare.

In quell’occasione saranno rivelati gli esiti di una serie di accertamenti irripetibili che finiranno direttamente nel fascicolo dell’inchiesta e dai quali si capirà meglio se per i tre amici ci sia o meno un coinvolgimento nella rapina finita in tragedia.

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