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Botte al barista, nei guai un giovane di Meana Sardo

Botte al barista, nei guai un giovane di Meana Sardo

LACONI. Si arriva di fronte al giudice, ma ancora dopo mesi non si è capito del tutto il perché di quella violenza. Il motivo delle botte rifilate al barista Francesco Demuro, che gestisce un...

20 febbraio 2013
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LACONI. Si arriva di fronte al giudice, ma ancora dopo mesi non si è capito del tutto il perché di quella violenza. Il motivo delle botte rifilate al barista Francesco Demuro, che gestisce un esercizio nella zona della borgata di Santa Sofia, resta per il momento un mistero. L’episodio risale a giugno del 2011, ma ancora i contorni non sono chiarissimi. Sul banco degli imputati c’è Ivan Carboni, un giovane di Meana Sardo compaesano del barista che subì il pestaggio. Secondo l’accusa non sarebbe stato da solo, ma i carabinieri non riuscirono a individuare il secondo presunto responsabile.

Il barista fu colpito col manico di una scure e, dopo che finì a terra, anche con calci che gli procurarono dei seri danni fisici. Dopo di che, gli aggressori sparirono, ma questo non impedì agli inquirenti di individuare uno di loro in un momento successivo. Ivan Carboni, che è difeso dall’avvocato Matteo Etzo, finì agli arresti domiciliari e ora si ritrova di fronte al giudice per le udienze preliminari, Francesco Alterio. Quest’ultimo ha ammesso, proprio all’udienza di ieri mattina, la costituzione di parte civile della vittima dell’aggressione che sarà assistita dall’avvocato Paolo Firinu.

Il giudice ha accolto la richiesta della difesa affinché il rito abbreviato venga celebrato condizionandolo all’audizione in aula dello stesso Francesco Demuro, cosa che andrà ad aggiungersi alle altre prove raccolte dal pubblico ministero Rossella Spano, tra cui un fascicolo fotografico, gli accertamenti scientifici effettuati dal Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri, i tabulati telefonici e una consulenza tecnica.

Per valutare il tutto, si torna in aula il 14 maggio.

Enrico Carta

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