La Nuova Sardegna

Oristano

Il turismo religioso guarda oltre Sardegna

di Ivana Fulghesu
Il turismo religioso guarda oltre Sardegna

Laconi inserita negli itinerari della Regione che faranno parte dei progetti di promozione

30 marzo 2013
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LACONI. Nell'anno della fede, quella che viene chiamata come la piccola Assisi sarda si prepara a diventare la nuova frontiera del turismo religioso internazionale. La cittadina che ha dato i natali a Sant'Ignazio, sempre pronta all'accoglienza di fedeli e pellegrini, prevalentemente isolani, adesso entra di diritto in uno dei due itinerari religiosi isolani presentati nei giorni scorsi dalla Regione che faranno parte dei progetti di promozione 2013 dell'Opera romana pellegrinaggi.

“Miniere, nuraghi e spiritualità” è il nome del percorso che vede come tappe Cagliari, Nora, Nebida, Masua, Laconi, Gesturi, Barumini, Oristano e Cabras. «La Sardegna custodisce un inestimabile patrimonio spirituale», ha affermato il presidente della giunta regionale Ugo Cappellacci e la cittadina del Sarcidano risponde perfettamente a questo requisito. Non solo per aver dato i natali a Sant'Ignazio, ma anche per il senso della fede cresciuto negli anni grazie alla cultura francescana e sull'esempio dei frati cappuccini.

Il centro storico cittadino è quindi pronto ad accogliere i visitatori nel percorso devozionale, un itinerario ideale voluto dall'amministrazione comunale che ha investito per realizzare un itinerario lungo le tappe fondamentali della vita di Fra’ Ignazio ancora ragazzo, prima che prendesse i voti nel convento cagliaritano. Il percorso unisce la casa natale del santo, la chiesa parrocchiale e il parco Aymerich.

Anche le chiese filiali hanno un valore storico e culturale importante. Sant'Antonio abate, Santa Maria, San Martino, San Giovanni Battista, San Sebastiano e San Nicola sono gli altri edifici di culto che testimoniano storicamente le sedi della religiosità. Della maggior parte di queste chiese rimangono solo ruderi o notizie frammentarie e solo le chiese di Sant'Antonio Abate e San Giovanni restano ancora aperte al culto.

La prima, Sant'Antonio, risulta edificata ancor prima dell'anno mille e fu la prima chiesa parrocchiale della cittadina. Secondo recenti studi si prefigura l'ipotesi che alcune incisioni murarie possano essere il segno del passaggio dei cavalieri templari. In periferia sono aperte al culto anche San Giovanni, una chiesetta medioevale e San Daniele chiusa nel 1830 e recentemente recuperata.

L’itinerario alla scoperta degli antichissimi edifici religiosi termina nella borgata di Santa Sofia, dove si conservano i ruderi di un antico edificio di epoca Bizantina che testimoniano l'antico culto dell' omonima Santa che ha dato il nome alla località.

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