La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi sulla figlioletta dell’ex compagna: l’accusa chiede 7 anni

di Enrico Carta
Abusi sulla figlioletta dell’ex compagna: l’accusa chiede 7 anni

Bosa, le avrebbe usato violenza dal 1999 al 2002 La bimba era ancora alle elementari e subì in silenzio

11 maggio 2013
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BOSA. Per quattro interminabili anni sarebbero durati gli abusi nel silenzio di quella casa trasformata in un inferno. È per questo che di anni, il pubblico ministero Andrea Padalino Morichini, ne ha chiesto sette. La sentenza arriverà il 7 giugno, ma nel frattempo l’imputato dovrà fare i conti con questo primo esito del processo a suo carico.

Sul banco degli imputati siede un disoccupato di 43 anni che avrebbe commesso le violenze nei confronti di una delle figlie dell’ex compagna. Per anni, dopo che la donna si era separata dal marito, hanno convissuto sotto lo stesso tetto anche con le figlie di quest’ultima. È nelle giornate in cui il compagno della madre e la bambina rimanevano soli in casa che sarebbero successi i numerosi episodi andati avanti dal 1999 al 2002. La violenza non sarebbe stata consumata interamente e in più di un’occasione, specie quando la bimba imboccava il viale dell’adolescenza, sarebbero arrivati anche rifiuti senza che l’uomo forzasse la situazione. In ogni caso, secondo le dichiarazioni della giovanissima vittima, più volte sarebbe stata costretta a spogliarsi per partecipare a degli osceni giochi erotici.

Durante la sua requisitoria il pubblico ministero ha ricostruito anche le fasi drammatiche in cui la ragazzina fece la sua confessione ad una sorella. Dapprima la versione lasciò dei dubbi anche sulla madre, ma da certi atteggiamenti, specie quando andava a trovare il padre, si capiva che qualcosa non stesse funzionando più nel modo giusto. La psiche della ragazzina ormai aveva ceduto e il suo racconto iniziò a farsi dettagliato. Divenne credibile, tanto da far scattare le denunce e far partire l’inchiesta. Dopo alcune udienze, ieri mattina, si è arrivati ad un primo importante esito. L’accusa ritiene la ricostruzione credibile e ha chiesto sette anni di carcere per quell’uomo che ora non vive più tra le stesse mura della sua presunta vittima.

Sono accuse che l’avvocato difensore Andrea D’Andrea, nominato prima dell’uidienza di ieri mattina durante la quale hanno deposto due testimoni della difesa stessa, proverà a smontare. Ci tenterà nella prossima udienza fissata per il 7 giugno. È lo stesso giorno in cui il collegio, presieduto da Modestino Villani (giudici a latere Francesco Mameli e Anna Rita Murgia) dirà se questa storia è vera e un uomo dovrà essere condannato.

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