La Nuova Sardegna

Oristano

Si svuotano le casse del Comune, a rischio le paghe dei dipendenti

di Alessandro Farina
Si svuotano le casse del Comune, a rischio le paghe dei dipendenti

Bosa, denuncia del sindaco: «Se non arriva liquidità in tempi rapidi non possiamo pagare gli stipendi» Stato, Regione, Abbanoa e Asl 3 devono soldi ma non li versano all’amministrazione municipale

22 giugno 2013
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BOSA. Niente soldi, niente stipendi. E stavolta non è un’azienda privata, ma il Comune a rischiare di non far vedere un euro ai dipendenti. «Faremo il possibile per garantire i servizi essenziali ai cittadini, i pagamenti alle imprese e gli stipendi», dice il sindaco Pierfranco Casula che cerca di rassicurare tutti, ma in assenza dei trasferimenti dei fondi di Stato e Regione la situazione della liquidità nelle casse dell’ente locale, al pari di tanti altri comuni dell’isola, sembra demarcare le linee del dramma.

Sulla questione il primo cittadino ha dedicato uno dei passaggi del suo intervento durante il convegno di ieri che si è svolto nella casa circondariale di Massama, sull’agricoltura sociale. Il tema è apparentemente distante, ma l’occasione durante la quale ha parlato delle enormi difficoltà che i Comuni si trovano ad affrontare. I tempi sono quelli in cui portare avanti anche l'ordinaria amministrazione è diventata un’impresa. Le conseguenze potrebbero presto incidere su cittadini, imprese e gli stessi dipendenti comunali, perché la carenza di denaro «Ha portato alla decisione di bloccare l'attività amministrativa, che comporta impegni di risorse e  tutti i pagamenti non coperti da pari voce in entrata. E tra questi esiste la concreta possibilità di non avere la liquidità per effettuare i versamenti alle imprese che prestano servizio per il Comune e agli stessi dipendenti», le parole di Pierfranco Casula.

Sgombrano il dubbio da ogni altra interpretazione circa la gravità del momento. «Stiamo facendo il possibile per evitare questo e, per i prossimi giorni, è convocata una riunione tra la giunta, il segretario e i responsabili di servizio, per studiare tutte le possibili soluzioni», aggiunge il primo cittadino. Diversi i punti nodali del problema. La voci delle fonti a secco sono quelle dei mancati trasferimenti statali e regionali col Fondo unico che forse sarà accreditato entro luglio, e di altri enti pubblici quali Abbanoa e la Asl di Nuoro.

L’amministrazione, alla luce anche dei tagli annunciati dalla Regione nei giorni scorsi sulle risorse destinate ai progetti per lenire le povertà estreme, ha sollecitato Cagliari, attraverso l’Anci Sardegna, per far trasferire con la massima urgenza la quota del Fondo Unico – il 40% di quanto spetta a Bosa, pari a circa 900.000 euro – che consentirebbe al Comune di garantire i pagamenti fino alle entrate derivanti dai tributi come Imu, Tarsu e Tares.

Sarebbe una vitale boccata d’ossigeno, mentre la città si dibatte in una crisi dalla portata eccezionale e sempre più famiglie guardano proprio al Comune come a uno dei possibili punti di riferimento per superare uno fra i momenti più duri dal dopoguerra nella vita economica e sociale della comunità in riva al Temo.

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