La Nuova Sardegna

Oristano

Campane, elettronica sotto accusa

Campane, elettronica sotto accusa

La parrocchia di Cabras: il tribunale ha zittito l’impianto, non il suono se corretto

18 luglio 2013
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CABRAS. Probabilmente c’è stato un difetto di comunicazione. Il provvedimento che riguarda le campane della chiesa di Santa Maria Assunta, infatti, non riduce al silenzio il vecchio campanile ma ha imposto al parroco, don Bruno Zucca, la rinuncia al meccanismo che innesca il suono delle campane. Niente di più. Se la parrocchia avesse rinunciato all’impianto che genera il suono, le campane avrebbero continuato il loro lavoro in tutta tranquillità. Anzi, si sarebbe potuta addirittura raggiungere una soluzione di comodo con l’abbassamento dell’intensità del rintocco ma, a quanto pare, il diffusore non a norma utilizzato in parrocchia (e acquistato dal Comune con il contributo di Provincia e Regione) non può essere abbassato come un normale impianto hi-fi domestico. È questo il succo dell’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal giudice del tribunale di Oristano, Riccardo Ponticelli. Il nocciolo della questione, quindi, non è il suono ma l’intensità con cui viene generato. La colpa è tutta dell’elettropercussore che picchia sulla campana con una forza superiore a quella che potrebbe arrivare delle braccia di un campanaro. Una vibrazione che non ha niente a che vedere con il suono delle campane che, se azionate alla giusta maniera e con la giusta intensità, sono strumenti musicali come tanti altri e generano note, a volte addirittura soavi. Tanto che esiste una vera e propria tradizione musicale dei campanari che, però, in laguna erano stati sostituiti (senza che nessuno battesse ciglio) da una sorta di martello pneumatico che ha generato il caos tra le vie della laguna. L’elettronica ha portato la diffusione del suono a livelli non consentiti dalle normative vigenti in fatto di emissioni. Un dettaglio certificato da una perizia prodotta (e illustrata al sacerdote) che, come peraltro annunciato dalla ditta O.T.C. di Selargius che tratta questo tipo di impianti, ha certificato il superamento dei livelli di emissioni sonore consentiti. All’epoca non era stata presa per buona e si era preferito percorrere le vie legali che hanno portato a una soluzione scontata: stop al macchinario che innesca le campane e silenzio di tomba dal campanile.

Una decisione che ha scatenato l’ira della popolazione e la diffusione di notizie che non hanno molto a che vedere con un’ordinanza annunciata. Una questione che si sarebbe potuta risolvere senza troppo clamore ma che invece è andata avanti per oltre un anno.

Claudio Zoccheddu

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