La Nuova Sardegna

Oristano

Il Comune scriverà alla Bonino

di Michela Cuccu

Il caso dell’ingegnere Silvano Trevisan, assassinato a marzo in Nigeria

21 settembre 2013
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ORISTANO. Potrebbe partire proprio in questi giorni, dal Comune, una lettera al ministro degli Esteri Emma Bonino per sollecitare la ricerca dei resti di Silvano Trevisan, l’ingegnere di origini venete, ma con famiglia a Oristano, assassinato assieme ad altri sei compagni di lavoro, lo scorso marzo in Nigeria, da una banda di estremisti islamici che li aveva rapiti.

A scriverla sarà il sindaco, Guido Tendas, così come si era impegnato con i familiari dello sfortunato ingegnere, nei giorni immediatamente successivi alla tragedia. Ieri mattina il sindaco non ha confermato direttamente la cosa, impegnato com’era in una riunione, ma dall’ufficio stampa e dall’ufficio di Gabinetto sono giunte le conferme di come l’intenzione di un intervento a sostegno della famiglia Trevisan non sia mai stata abbandonata.

«Non possiamo neppure celebrare un funerale a nostro padre», ha raccontato su La Nuova di ieri Eria Trevisan, la figlia maggiore (la sorella più piccola vive e studia in Romania) dell’ingegnere che in Nigeria lavorava per una impresa libanese, impegnata nella costruzione di strade.

Un dramma nel dramma, quello che sta vivendo questa famiglia, dai risvolti ancora più amari per una burocrazia che non lascia spazio ai sentimenti. Perché, come ha raccontato Eria, per il ministero degli Esteri il caso si è chiuso con la rivendicazione, attraverso un filmato, dell’assassinio di suo padre da parte dei terroristi. Caso che invece resta aperto per la legge, per la procura della Repubblica del tribunale di Roma, che non può chiudere l’inchiesta fino a quando non si troveranno i resti del povero ingegnere, indispensabili per l’esame del dna. Solo con questi esami si potrà evitare l’attesa dei dieci anni fissati dalla legge per la dichiarazione di morte presunta.

Ma se Silvano Trevisan sembra essere stato scordato dalle istituzioni, altrettanto non hanno fatto i suoi ex compagni di lavoro in Nigeria. Che proprio allo sfortunato ingegnere dedicheranno il pozzo, in fase di costruzione nel villaggio di Arbadek. Per farlo si sono mobilitate l’associazione eBOOK memorie di canti e Bambini nel Deserto, che su Facebook hanno anche pubblicato l’anteprima della targa che sarà messa sul pozzo, destinato a garantire l’acqua per una scuola. Targa cone su scritto «Chi non ha progetti non vive», frase che usava ripetere spesso Silvano Trevisan.

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