La Nuova Sardegna

Oristano

Massama, nel carcere adesso protestano anche i detenuti comuni

Massama, nel carcere adesso protestano anche i detenuti comuni

A un anno e tre mesi dall’inaugurazione esplodono già problemi di sovraffollamento

28 febbraio 2014
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ORISTANO. Dopo la protesta dei 160 detenuti in regime di massima sicurezza, nel carcere di Oristano, a Massama, ora è il turno dei 107 detenuti comuni.

Con una lettera, indirizzata all'associazione Socialismo Diritti Riforme e al direttore della struttura, lamentano l'assenza di attività socio culturali, di una lavanderia attrezzata, dello psicologo e di un dentista e chiedono, inoltre, di poter utilizzare la biblioteca e avere la possibilità di frequentare la palestra e di giocare qualche partita a calcio nel pomeriggio.

Secondo la presidente dell'associazione Maria Grazia Caligaris, la convivenza di detenuti in regime di massima sicurezza, la maggior parte ergastolani, con i detenuti comuni sta costringendo la direzione a ridurre gli spazi collocando nella stessa cella anche tre detenuti invece dei due per i quali sono state costruite.

Inoltre è inadeguato non solo il numero di educatori, tre per 260 detenuti, ma anche degli stessi agenti di polizia penitenziaria che sono solo una settantina per ogni turno.

“A distanza di un anno e tre mesi dall'inaugurazione - ha accusato Caligaris - la nuova struttura non è in grado di rispondere pienamente alle necessità dei detenuti e di chi ci lavora e il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria d'intesa con la direzione deve adottare subito tutte le misure necessarie per completare le dotazioni e eliminare i disservizi”.

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