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SENEGHE

Trivellazioni, alla Regione una richiesta di moratoria

SENEGHE. Gli esperti convenuti ieri a Roma per la giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica promossa dalla Rete No geotermia, hanno fornito dati che concorrono a far...

06 marzo 2014
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SENEGHE. Gli esperti convenuti ieri a Roma per la giornata di mobilitazione nazionale contro la geotermia elettrica promossa dalla Rete No geotermia, hanno fornito dati che concorrono a far aumentare la preoccupazione di chi rischia di trovarsi una centrale geotermica vicino a casa. Emilio Chessa, sindaco di Santu Lussurgiu, e Antonio Luchesu, primo cittadino di Seneghe, hanno idee molto chiare su come creare sviluppo per i loro territori, valorizzandone le potenzialità con progetti rispettosi dell’ambiente che non contemplano trivellazioni nei loro boschi per cercare risorse geotermiche. «Noi abbiamo fatto una lotta contro chi voleva privatizzare l’acqua – ha detto Chessa –, perché pensiamo che si tratti di un bene a cui tutti devono poter accedere liberamente. Il nostro territorio è ricchissimo di falde acquifere che potrebbero subire danni irreversibili se quel progetto andasse in porto». Il riferimento è al progetto Cuglieri, presentato dall’Exergia Toscana. Antonio Luchesu: «Il nostro territorio – ha detto – offre eccellenze agroalimentari di assoluta qualità. La carne del bue rosso, l’olio extravergine di oliva e i formaggi, solo per citarne alcuni, la cui qualità è dovuta all’ambiente integro da cui vengono ricavati quei prodotti». Il territorio amministrato da Luchesu e Chessa, non vuole il progetto Cuglieri. «Abbiamo proposto un incontro, forse a breve, con tutti i soggetti presenti ieri a Roma, in Sardegna – hanno detto i due sindaci –. Intanto, il prossimo passo sarà quello di chiedere alla Regione una moratoria sul progetto Cuglieri». All’invito della Rete No geotermia elettrica, hanno risposto in tanti: associazioni ambientaliste, imprenditoriali, amministratori, specialisti dei settori ambientali, rappresentanti dei comuni interessati ai piani di ricerca, parlamentari nazionali. Dal convegno è partita la richiesta di moratoria indirizzata al Governo per il comparto geotermia. «I rischi per l’ambiente e per la salute delle popolazioni che risiedono nei territori oggetto di ricerca, sono numerosi – è stato detto dai medici epidemiologi». Il caso Amiata, sollevato lo scorso novembre durante il congresso degli epidemiologi italiani, comincia a far riflettere chi è convinto che l’energia geotermica sia pulita. «Penso che lo sia – ha detto Roberto Barocci, di Sos Geotermia –, ma non lo è ovunque perché con l’attività geotermica, dal sottosuolo, insieme al vapore acqueo, escono anche metalli pesanti».

Piero Marongiu

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