Nasce il coordinamento per il minieolico
Un gruppo di imprenditori e professionisti crea un’organizzazione per sostenere l’energia alternativa
ORISTANO. Creare impianti per la produzione di energie alternative, senza impatto ambientale, nè speculazione, ma per favorire un reddito aggiuntivo per piccole aziende, tale da favorire lo sviluppo locale e l’occupazione. Tutto possibile, attraverso il minieolico. È quanto sostiene un gruppo di imprenditori isolani che nei giorni scorsi hanno dato vita al Coordinamento degli operatori sardi del minieolico. «L’obbiettivo – spiega il coordinamento composto fra gli altri, dall’imprenditore oristanese Guido Sanna e dall’ingegner Mattia Beltramini – è quello di contribuire all’attuazione della normativa comunitaria nazionale e regionale nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio della Sardegna».
La realizzazione degli impianti minieolici, spesso si trova a dover affrontare una serie di ostacoli legati alla non semplicissima interpretazione delle normative, da parte delle amministrazioni. «Infatti – spiegano gli ingegneri Sanna e Beltramini – sono numerose le controversie venutesi a creare in varie parti della Sardegna che hanno provocato gravi conseguenze economiche alle aziende interessate e che rischiano di compromettere le possibilità di sviluppo del settore».
Un settore quello del minieolico, ma, più in generale, delle energie alternative, che sta diventando ormai scelta obbligata, se si considera che sia il Protocollo di Kyoto che il Pacchetto Clima 20-20-20 dell’Unione europea, prevedono l’aumento del 20 per cento della produzione di energia da fonti rinnovabili. In Sardegna, circa due terzi dell’energia è di origine fossile che, oltre ad essere altamente inquinante rende l’isola fortemente dipendente dall’estero.
«La Giunta regionale ha giustamente rinunciato al Progetto Galsi, per i suoi costi eccessivi e per il suo carattere anacronistico – si legge in una nota del Coordinamento del minieolico – sarebbe dunque auspicabile un profondo ripensamento delle politiche energetiche».
Un’altra considerazione è legata al costo dell’energia in Sardegna, più cara che nel resto della Penisola. Secondo il coordinamento «La Sardegna ha una particolare vocazione per la produzione di energia da fonte eolica e solare, finora poco o non coerentemente utilizzata». Da qui il sollecito da parte del coordinamento verso quello che definiscono «un modello energetico sostenibile che punti sull’autonomia energetica». A giudizio degli imprenditori del settore, il minieolico darebbe risposte opportune, considerando anche alcuni aspetti che caratterizzano questo genere di impianti, di dimensioni ridotte e di impatto minore rispetto ad altri. Da qui anche un sollecito nei confronti della Regione, alla quale il Coordinamento chiede iniziative per l’attuazione della normativa.