La Nuova Sardegna

Oristano

Amianto, in due mesi tre lavoratori vittime della mortale fibra

di Michela Cuccu

Qualche giorno fa deceduto un muratore in pensione L’associazione ex esposti amianto lancia l’allarme

26 luglio 2014
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ORISTANO. Ancora una vittima dell’amianto in città, la terza in meno di due mesi. È un muratore, in pensione, che probabilmente per anni aveva lavorato a contatto diretto con materiali che contenevano asbesto, il micidiale elemento diventato fuori legge dopo tantissime proteste e troppe morti, ad essere stato ucciso dal mesotelioma pleurico, forma tumorale legata alle fibre di amianto che si insidiano nei polmoni e che purtroppo, non lascia scampo. La denuncia arriva dall’Areas, l’Associazione degli ex esposti amianto. Il presidente di Areas, Giampaolo Lilliu, ha rivolto un appello alle autorità locali e alle forze politiche, chiedendo interventi per bloccare questa autentica catena di morte. «Siamo all’allarme rosso – dice – continua a crescere il numero dei decessi a causa dell’esposizione alla fibra dell’amianto. Non è azzardato dire che siamo ormai siamo in piena emergenza sanitaria e ambientale e non sono più ammissibili ritardi nell’intervenire in modo serio, concreto e definitivo per tutelare l’ambientale e la salute degli ex esposti, dei nuovi esposti e di tutti i cittadini». Lilliu, ha parole durissime «Non possiamo essere complici nell’accettare l’indifferenza, l’inerzia e la sottovalutazione del problema amianto da parte delle istituzioni, delle forze politiche, economiche e sociali, che sono causa diretta di una situazione non più sostenibile e che continua a seminare vittime». Proprio nelle ultime settimane, l’associazione aveva presentato una serie di denuncie sulla presenza di discariche abusive nelle periferie e di edifici e strutture con presenza di amianto (ex porcilaia Corona ponte Brabau – Is pastureddas – Strada Provinciale Rimedio Torregrande ex struttura zootecnica, vicinanze ex ristorante la Romantica – due capannoni litorale Torregrande lato pescatori). «Sono tutti luoghi sensibili e frequentati dai cittadini oristanesi – afferma Lilliu –. Le segnalazioni purtroppo ad oggi non hanno portato i risultati che tutti si aspettano e che dimostrano ancora una volta la poca sensibilità e attenzione da parte di chi ha responsabilità nel risolvere i problemi denunciati».

Lilliu spiega come dopo l’incontro con l’assessorato regionale all’ Ambiente, l’associazione sia ancora in attesa di essere convocata in audizione dalla Commissione regionale Sanità, al fine di definire un protocollo di intesa che regolamenti a livello regionale la sorveglianza sanitaria degli ex esposti e dei loro familiari, prevedendo anche un monitoraggio a campione tra i cittadini maggiormente esposti alla fibra dell’amianto. «L’impegno non basta: servono fatti e immediati – è l’appello di Lilliu – altrimenti l’amianto continuerà ad uccidere»

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