Ritardi tecnici per l’emporio Caritas
La direttrice si augura che i lavori informatici per collegare le casse si concludano entro la prossima settimana
ORISTANO. Le vetrine sotto il porticato dei Palazzi Saia sono spente ma da fuori si intravede che sugli scaffali, anche se incompleti, c'è della merce: pacchi di pasta e riso, barattoli di marmellata, biscotti. Generi di prima necessità destinati ai più poveri che ancora nessuno può utilizzare. Qualcuno si avvicina, chiede informazioni. Ma è ancora chiuso? E quando apre? L'Emporio della Solidarietà, il “non negozio” (nel senso che la spesa non si fa con i soldi ma con una tessera magnetica caricata a seconda delle necessità del possessore) non è ancora operativo, anche se l'inaugurazione ufficiale, con tanto di taglio di nastro da parte dell'arcivescovo è stata fatta mercoledì. Invece un intoppo di tipo tecnico ha imposto un rinvio che i responsabili della Caritas diocesana, promotori dell'iniziativa, si augurano possa durare il meno possibile. È la stessa direttrice della Caritas, la cui sede è proprio di fronte all'Emporio, a spiegare i ritardi. «C'è da collegare il sistema informatico alle casse – dice Giovanna Lai – e solo quando sarà completato questo lavoro, si potranno emettere e caricare le tessere magnetiche e consegnarle agli aventi diritto. Noi speriamo che tutto questo avvenga rapidamente e ci auguriamo che entro settembre l'Emporio diventi operativo». La direttrice spiega come siano già numerose le richieste per poter usufruire di un servizio destinato, per il momento, a 50 famiglie residenti o domiciliate nei comuni della diocesi. «Nulla di che stupirsi – dice – la povertà è purtroppo in costante aumento e il volontariato fa quel che può per venire in soccorso delle fasce più deboli». Dunque, sono già diverse le domande per poter “fare la spesa” all'Emporio della Solidarietà. In Caritas ricordano che questo tipo di struttura non si limita a fornire di beni di prima necessità i bisognosi, è piuttosto un servizio di accompagnamento.Coloro che accederanno all'Emporio saranno affiancati dai nostri volontari in un percorso che gli consenta, se possibile, di superare la condizione di emergenza e conquistare una situazione di maggior sicurezza economica. Insomma, vorremmo riuscire ad aiutare le persone a diventare quanto più possibile indipendenti sotto questo punto di vista».