La Nuova Sardegna

Oristano

Sos cormorani famelici: «Doppiette per medicina»

di Claudio Zoccheddu

I pescatori degli stagni invocano provvedimenti drastici contro i volatili «Ogni anno perdiamo milioni di euro. Solo abbattendoli salveremo il pescato»

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CABRAS. L’invasione è prevista per metà ottobre. Poi sarà guerra. I pescatori dell’oristanese hanno approfittato di un incontro organizzato da Coldiretti e Uecoop per lanciare la sfida ai cormorani, gli invasori alati che presto arriveranno negli stagni, e alla Giunta regionale, che non ha risposto alle richieste dei pescatori. «Fateci sparare», hanno ribadito ieri i presidenti delle cooperative che gestiscono gli stagni di Cabras, Santa Giusta, Marceddì e Is Benas.

«Subito, appena arrivano», ha puntualizzato Tonino Muroni, rappresentante legale della coop di Santa Giusta. «È l’unico metodo valido, le abbiamo provate tutte ma funzionano solo le doppiette», ha aggiunto Francesco Meli, presidente del consorzio di Cabras. «Convivere con i cormorani significa non poter programmare le nostre attività», ha sottolineato Franco Zucca, responsabile dei pescatori di Marceddì.

I numeri presentati da Giuseppe Casu (Coldiretti) e Marino Illotta (Uecoop) sembrano dare ragione ai pescatori: «Solo nell’ultimo anno abbiamo calcolato un mancato reddito di 2 milioni e 600mila euro – hanno detto – causato da 15mila cormorani, censiti nel 2014, che consumano 9,3 chili di pesce al giorno a testa». I pescatori, invece, hanno una manica molto più larga: «Queste cifre devono essere raddoppiate», ha aggiunto Francesco Meli. Se non dovessero arrivare risposte dalla Giunta regionale, i pescatori sono pronti a marciare su Cagliari.

«Attenzione - ha ricordato Oscar Cherchi, consigliere regionale di Forza Italia, “il permesso di sparare i cormorani potrebbe far decadere la possibilità di ricevere gli indennizzi». Un pensiero che non sfiora nemmeno i pescatori, che lamentano danni pregressi per milioni di euro.

Anche le possibilità previste dell’articolo 9 dalla proposta di legge 189, pronta per essere discussa in consiglio regionale, non hanno placato gli animi. «Potrebbe essere una possibilità – ha spiegato il consigliere regionale Mario Tendas – sarebbe sufficiente inserire i cormorani nell’elenco delle specie protette che creano problemi all’uomo e gli ecosistemi, come i cinghiali e le cornacchie, per ottenere un calendario di caccia al cormorano».

Se il fronte della lotta ai cormorani è in fermento, quello del controllo della pesca di frodo ha registrato un passo in avanti. Le legge regionale 8 sta per entrare in vigore. «Attendiamo la pubblicazione sul Buras - ha detto Tendas - e poi finalmente avremo un documento che integra il vecchio decreto, emanato nel 1956». Quando la legge entrerà in vigore, infatti, i pescatori di frodo rischieranno multe pesantissime: da 300 a 800 euro per chi sarà sorpreso con più di 5 chili di pesce e fino a 50, da 1000 a 3000 euro per i pescatori di frodo che saranno sorpresi con più di 50 chili di pesce.

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