La Nuova Sardegna

Oristano

Stagione dei ricci, i pescatori contro Comune e Amp

di Claudio Zoccheddu

Cabras, l’Associazione dei ricciai: non siamo stati interpellati Per venerdì è fissato il primo incontro con il sindaco Carrus

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CABRAS. «Le nostre famiglie hanno le stesse esigenze di quelle degli amministratori. La pesca del riccio ci permette di dare da mangiare ai nostri figli e non abbiamo nessuna intenzione di rinunciarci. Siamo pronti a tutto pur di difendere il nostro diritto al lavoro». Le parole di David Bichi, presidente dell’associazione che riunisce i pescatori subacquei dell’oristanese, cancellano ogni accenno al dialogo e alla collaborazione che sembrava essere nato tra la direzione dell’Area marina e il mondo della pesca professionale. I motivi sono semplici: «L’anno scorso ci eravamo lasciati con l’impegno di imbastire una cooperazione. Adesso scopriamo che L’Area marina ha già inviato al Ministero la sue richieste per la nuova stagione di pesca, senza che nemmeno si siano preoccupati di avvisarci. Questa non mi sembra una collaborazione, o no?», dice ancora Bichi. Quello che i pescatori temevano è quindi diventato realtà. L’intenzione è di ridurre sensibilmente i giorni di pesca e la quantità dei prelievi: «Non se ne parla nemmeno, abbiamo già dato. Siamo costretti a lavorare quattro mesi nelle acque dell’Amp, mentre nelle acque libere si può pescare per più di sei mesi. Se poi si aggiungono i giorni di maltempo chiunque può fare un rapido conto e verificare quante sono davvero le nostre giornate di pesca», ribatte Bichi. I conti, li hanno fatti anche in Comune e in Area marina ma secondo i pescatori sono solo specchietti per le allodole: «Forse ci hanno preso per fessi. Per quadrare le loro idee paragonano a quella del Sinis ad aree marine piccolissime, dove la pesca del riccio non è mai esistita. A Cabras i ricci si vendevano per strada quando le aree marine protette non erano nemmeno un’idea. Oltre a dare economia, la pesca del riccio è una pratica tradizionale che non può essere cancellata come pensano loro». La tensione, quindi, è già salita. Ieri non ci sono stati incontri tra la parti. Il direttore dell’Amp, Giorgio Massaro, è fuori sede per una decina di giorni mentre il sindaco, Cristiano Carrus, ha rimbalzato i rappresentanti dei pescatori al prossimo venerdì, quando è stato fissato il primo incontro di una serie che si annuncia piuttosto lunga. In gioco ci sono i guadagni e il futuro di una cinquantina di pescatori professionali e la tutela di una risorsa che rappresenta anche una fetta dell’economia cabrarese oltre che un bene ambientale e una biodiversità da tutelare. I pescatori, tuttavia, non sono disposti a cedere di un millimetro: «Le giornate di pesca e il numero dei ricci non possono essere ridotti. Invece di prendersela con chi si suda la pagnotta dovrebbero controllare i tanti abusivi che fanno razzie e se ne infischiano delle regole», concludono i pescatori.

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