La Nuova Sardegna

Oristano

il convegno

Latte di pecore e capre: la qualità è migliorata

ORISTANO. Sono stati presentati all’Hospitalis Sancti Antoni, durante un convegno organizzato dal dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari, i risultati delle ricerche condotte...

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ORISTANO. Sono stati presentati all’Hospitalis Sancti Antoni, durante un convegno organizzato dal dipartimento di Medicina veterinaria dell’Università di Sassari, i risultati delle ricerche condotte sulla coagulabilità del latte ovino e caprino proveniente da animali allevati in Sardegna. «L’esito dello studio, condotto unitamente ai ricercatori dell’Università di Padova, con i quali abbiamo applicato le loro metodologie sulle pecore e sulle capre sarde - ha detto Michele Pazzola, ricercatore dell’Ateneo sassarese - ha confermato che si tratta il nostro latte è di ottima qualità e coagula molto bene. Lo scopo di questa giornata è proprio quello di informare gli operatori di tutti gli attori della filiera, in primis gli allevatori, sui risultati acquisiti».

Gli studi hanno interessato 20 aziende isolane, tre della provincia di Oristano, e dimostrano che i cambiamenti introdotti nel sistema di allevamento hanno migliorato la qualità del prodotto, anche se i problemi, dati anche da patologie non ancora sconfitte completamente, non sono stati risolti del tutto. Mario Bitti, direttore provinciale Apa (Associazione provinciale allevatori) di Nuoro e Ogliastra, ha evidenziato che a migliorare il risultato è stata anche l’introduzione di altre razze caprine negli allevamenti nostrani, in particolare la spagnola Morciana e la svizzera Saanen. «La popolazione caprina nel 1926 superava i tre milioni di unità, adesso si compone di meno di 800 mila - ha detto Bitti -. Un decremento dovuto anche alle difficoltà di commercializzare il prodotto».

«La qualità igienico-sanitaria - ha detto Antonello Carta, di Agris Sardegna -, è notevolmente migliorata, mentre c’è ancora da fare su quella chimica. Per arrivare a un risultato ottimale è necessario l’impegno di tutti, università, politica e allevatori».

Secondo le cifre ufficiali in Sardegna si producono circa 233 mila quintali di pecorino romano, e il dato è in aumento, 20 mila di pecorino sardo e quasi 5 mila di fiore sardo. Difficile quantificare il prodotto immesso nel mercato dai piccoli caseifici. L’incremento della produzione del pecorino romano, la cui quotazione ha superato quella del parmigiano reggiano e del grana padano, se da un lato ha innalzato il prezzo del latte, dall’altro ha determinato l’aumentato delle greggi e intensificato le produzioni, creando condizioni che, a medio termine, potrebbero incidere sulla qualità del prodotto. Ignazio Ibba, di Ara Sardegna, ha evidenziato l’importanza dei controlli effettuati in laboratorio, grazie ai quali è possibile verificare la qualità del latte: «A garanzia dei consumatori».

Piero Marongiu

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