La Nuova Sardegna

Oristano

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La protesta: carcere sovraffollato

La protesta: carcere sovraffollato

Lettera di una trentina di detenuti del penitenziario oristanese

29 dicembre 2015
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ORISTANO. Una trentina di detenuti nel carcere di Massama ha scritto una lettera di protesta per le condizioni di vita, peggiorate dopo il trasferimento dal penitenziario nuorese di Badu ’e Carros, a causa degli spazi ristretti, sia nelle celle sia nel cortile per le ore d’aria.

I reclusi si trovano nella sezione AS1 dell’istituto di Oristano, che ospita i detenuti appena usciti dal regime di massima sicurezza 41bis ed è dotata di 20 stanze con due posti letto, come segnala l’associazione «Socialismo Diritti e Riforme» (Sdr) di Cagliari, che ha raccolto il documento di protesta, inviato anche al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Santi Consolo, e al garante dei detenuti, Mauro Palma, oltre che ad alcuni parlamentari.

«Oggi siamo 30 reclusi, altri due sono in arrivo - segnalano nella loro lettera i detenuti -. Se andiamo tutti contemporaneamente nella saletta della socialità (50 metri quadri calpestabili) o nel cortile passeggio, a causa dello spazio indisponibile non possiamo muoverci in modo indipendente e agevolmente nelle condizioni normali, figuriamoci se si considerano i detenuti che praticano la corsa».

«L’auspicio è che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria riveda i criteri di assegnazione dei detenuti in Sardegna», afferma la presidente di Socialismo diritti e riforme, Maria Grazia Caligaris, «stabilendo un numero chiuso, in considerazione degli spazi disponibili. Il numero eccessivo di persone private della libertà non consente di promuovere costanti e qualificati percorsi riabilitativi, negando pertanto lo scopo principale della restrizione».

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