Nei campi e in città è allarme nutrie
ORISTANO. Nessuna sorpresa sulla presenza di nutrie vicino alle abitazioni. Più volte, nel corso del 2014 e 2015, Coldiretti Oristano ha lanciato l'allarme sulla diffusione quasi capillare in...
ORISTANO. Nessuna sorpresa sulla presenza di nutrie vicino alle abitazioni. Più volte, nel corso del 2014 e 2015, Coldiretti Oristano ha lanciato l'allarme sulla diffusione quasi capillare in provincia della presenza delle nutrie. Da Cuglieri, Samugheo, Paulilatino, Oristano, Arborea, Terralba, sono giunte segnalazioni sulla presenza dell' animale. Nel 2014 il Ministero della salute e delle Politiche Agricole hanno escluso la nutria dall' elenco delle specie di fauna selvatica protette, equiparandolo al pari di topi e ratti . Una specie alloctona che si riproduce 3-4 volte all' anno, senza che nessun antagonista ne contrasti la diffusione. In pochi anni la popolazione è così cresciuta in modo notevole.
Erbivore, in alcune regioni del centro e nord Italia, le nutrie creano serissimi problemi nella gestione di canali e argini, dove, nell' ubicare le tane, scavano ampie gallerie che fanno crollare gli argini. Provocano inoltre problemi a colture e coltivazioni, non solo alimentandosi di piante e germogli ma, anche calpestato gli stessi, causando così un danno alla coltivazione.
Analogamente anche nell' Isola, con l' aumento della popolazione, la situazione diviene più problematica.
Coldiretti Oristano ha sottolineato più volte la necessità di strutturare più ampie e coordinate misure di contenimento dei nocivi per ristabilire quell' equilibrio fondante tra ambiente e attività produttive. Recenti modifiche alla normativa pongono ora in capo alle Regioni dotarsi di Piani di abbattimento per contrastare la presenza delle nutrie.
Nessuna sorpresa che si segnali la presenza delle nutrie anche nella città di Oristano – puntualizza il direttore di Coldiretti provinciale Giuseppe Casu – la pressione dei nocivi, nutrie comprese, nei territori e sulle aziende agricole e zootecniche è elevata. Si tratta di una criticità che sottolineiamo da tempo. E, come per le alte specie, riteniamo una priorità misurare il problema ed agire commisurando le azioni all'interno di un Piano Organico di contenimento della fauna selvatica. Alla Regione – rimarca Casu – chiediamo ancora, di pianificare in modo celere, su dati oggettivi e reali esigenze del territorio, gli interventi di contenimento dei nocivi e le misure di prevenzione.