Tentato omicidio a Pattada, Becciu resta in carcere. Prima un inseguimento, poi gli spari: ecco cosa è successo
Il 26enne si trova a Badu ‘e Carros dopo aver sparato al rivale 55enne Antonello Regaglia
Sassari Resta in carcere Salvatore Becciu, il 26enne di Pattada accusato di tentato omicidio dopo aver sparato con un fucile a pallettoni contro il rivale Antonello Regaglia, allevatore 55enne e suo compaesano. Colpi che avrebbero potuto uccidere, dato che una delle pallottole si è conficcata sul poggiatesta dell’auto di Regaglia, rimasto ferito gravemente al torace e all’addome e ancora ricoverato a Sassari.
Becciu, assistito dagli avvocati Salvatore Porcu e Marco Palmieri, è comparso stamattina, mercoledì 24 dicembre, davanti al gip del Tribunale di Nuoro Mauro Pusceddu che ha convalidato l'arresto e confermato la richiesta del pubblico ministero Riccardo Belfiori di custodia cautelare nel carcere di Badu ‘e Carros. Ora, gli atti torneranno al tribunale e alla procura di Sassari, competenti su Pattada – dove è avvenuto l’agguato – ma non su Osidda, dove Becciu si è costituito ai carabinieri dopo 24 ore di fuga.
L’episodio della notte del 21 dicembre è stato il culmine di un mese e mezzo di tensioni, sgarbi, dispetti e ripicche reciproci, cominciati a fine ottobre e legati a una rivalità di natura passionale. Domenica, l’ennesima occasione di scontro: Regaglia, dopo aver incrociato Becciu in paese, lo avrebbe inseguito in auto, lungo la strada di campagna che conduce all’invaso del Monte Lerno, in località Su Ponte ‘e sa Rughe.
Ad un tratto, il fuoristrada di Salvatore Becciu si è fermato: il 26enne ha imbracciato il fucile, un calibro 12 semiautomatico con matricola abrasa e detenuto illegalmente, si è voltato e ha esploso tre scariche di pallettoni, sfondando prima il lunotto posteriore del proprio fuoristrada, poi il parabrezza dell’utilitaria di Regaglia. Diversi pallettoni hanno colpito il 55enne al torace e all’addome, fortunatamente senza ledere organi vitali, ma provocando una grave perdita di sangue, che non ha impedito a Becciu di fuggire e raggiungere la casa del fratello in paese, da dove è scattato l’allarme.
Becciu, che ha ammesso l’accaduto e aiutato i carabinieri di Ozieri guidati dal maggiore Gabriele Tronca a recuperare l’arma, dopo essersi costituito, ha parlato di colpi di avvertimento, ma la sua versione non ha convinto il magistrato, che ha ritenuto fondato il pericolo di fuga e di reiterazione del reato, disponendo la permanenza in carcere del 26enne.
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