La Nuova Sardegna

Oristano

san vero milis

Il vento mutila la “testa del vitello”

Il vento mutila la “testa del vitello”

A Sa Mesa Longa lievi danni alla roccia, ma l’uomo non c’entra

28 gennaio 2016
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SAN VERO MILIS. Uno scherzo della natura. Il vento e le onde hanno intaccato la roccia del vitello, o il toro di Sa Mesa Longa. Nessun danno sostanziale alla scultura disegnata sull’arenaria dalla forza, e dalla grazia, degli elementi. La roccia ha subìto un lieve danno a quello che può sembrare il volto del vitello e ha perso una delle due sporgenze che richiamavano alla mente le orecchie dell’animale. Per fortuna, dietro l’attacco alla roccia non c’è la mano dell’uomo, come invece era stato ipotizzato in un primo momento, ma una semplice riscossa di Madre Natura che prima ha “scolpito” la statua e poi l’ha mutilata. Anche se, non tutti concordano sull’origine casuale del “toro”. Secondo alcuni, dietro quella forma così somigliante ci sarebbe molto di più che una semplice combinazione di eventi. Il toro di Sa Mesa Longa fa parte del circuito di sculture e luoghi che gli appassionati di archeologia misteriosa associano al rapporto tra un’antica civiltà isolana, gli Shardana, e gli abitanti dell’Egitto dei faraoni. Alla lista dei monumenti non ufficiali devono essere aggiunti anche la sfinge del Sinis, lo scarabeo di Sa Rocca Tunda e la “sala da ballo” di San Giovanni di Sinis che, sempre secondo i sostenitori della teoria che avvicina la Sardegna all’Egitto, sarebbe una sorta di osservatorio astronomico. E anche il toro di Sa Mesa Longa avrebbe la sua funzione astrale: la “testa” della roccia, infatti, sembra perfettamente allineata con il punto in cui sorge il sole nel giorno del solstizio d’inverno. Esempio di straordinaria sapienza di un popolo antico o semplice combinazione? Impossibile dirlo. Forse quello che conta è che la roccia non sia stata danneggiata dalla mano dell’uomo. Una piccola consolazione che purtroppo non può cancellare i danni causati dall’erosione delle coste.

Claudio Zoccheddu

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