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Guardia Costiera, attività repressiva

BOSA. Guardia Costiera in azione nella città del Temo. L’equipaggio del motoscafo G.C. A63 durante l’attività di controllo nelle acque di competenza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa alle...

28 febbraio 2016
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BOSA. Guardia Costiera in azione nella città del Temo. L’equipaggio del motoscafo G.C. A63 durante l’attività di controllo nelle acque di competenza dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa alle dipendenze del tenente di vascello Guido Avallone hanno notato all’imboccatura del porto fluviale una rete da pesca, illegalmente posizionata.

I militari hanno quindi proceduto al recupero dell’attrezzatura, che è stata sottoposta a sequestro per ora contro ignoti.

Si tratta di una rete “da posta” della lunghezza di trecento metri «priva di pescato ma potenzialmente pericolosa per la sicurezza della navigazione» spiega il comandante del Porto di Bosa Guido Avallone. L’operazione di polizia marittima oltre che in materia di sicurezza delle navigazione è anche a tutela dell’ambiente marino e del rispetto delle leggi sulla pesca, considerato che nei porti, e tanto meno alla foce di corsi d’acqua dove transitano notte e giorno mezzi navali, non è ovviamente consentita la pesca.

Non è la prima volta che nella rada che si è formata tra la terraferma e il nuovo molo di sopraflutto che protegge la foce del Temo la Guardia Costiera interviene, ritrovando reti da pesca.

Queste costituiscono un grande pericolo per le imbarcazioni in transito, in particolare nello specchio di acqua tra il frangiflutti di massi e l’isola Rossa. (al.fa.)

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