La Nuova Sardegna

Oristano

Rischia di perdere tutto per quel mutuo infinito

di Michela Cuccu
Rischia di perdere tutto per quel mutuo infinito

L’appello di un allevatore ridotto sul lastrico da crisi ed epidemie di lingua blu «Mi è stato negato il piano di rientro. E ad aprile la mia casa andrà all’asta»

24 marzo 2016
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ORISTANO. «Sono in condizioni disperate a causa di un mutuo che non riesco a saldare». Quella di Vincenzo Serra, cinquant’anni, allevatore sposato e padre di due figli, è una delle tante storie di famiglie finite sul lastrico.

Ha un debito sospeso di 27mila euro, Vincenzo Serra, che vorrebbe poter pagare se solo la banca gli concedesse «come mi aveva promesso», dice, un piano di rientro che ora gli viene negato. Per quei 27mila euro la sua casa, con l’azienda che lui spiega «valgono non meno di 350mila euro, secondo la valutazione iniziale», saranno venduti all’asta ad un prezzo assolutamente inferiore: 90mila euro è la cifra stabilita per la vendita all’incanto fissata per il 30 aprile.

«Se la mia casa sarà venduta, non avremo più un posto dove andare – dice –, ma nessuno vuole ascoltarmi. Non solo la banca, che ha rifiutato ogni mia proposta, anche il giudice del Tribunale di Oristano al quale mi sono rivolto attraverso l’avvocato Nora Piras».

Vincenzo Serra sperava infatti che il giudice esaminasse, prima del 30 aprile, l’istanza di sospensione dell’asta. «Le coperture della casa sono in eternit e secondo una sentenza del Tribunale di Pisa, non può essere venduta se prima non viene bonificata. Solo che l’udienza è stata fissata per il 3 maggio, quando la casa potrebbe essere già stata acquistata».

La crisi economica è tra le cause principali di una situazione che, al momento, sembrerebbe senza uscita.

Vincenzo Serra racconta di quel mutuo di 100 milioni di vecchie lire acceso con la banca nel 1993, quando, acquistò l’azienda che era di suo padre. «Pagavo le rate regolarmente, poi, nel 2002, persi tutto il bestiame a causa della lingua blu. Vendetti la casa, accesi un muto di 50mila euro, ma la situazione non è migliorata».

L’allevatore non ci sta a vedersi portare via l’azienda che è l’unica fonte di reddito per la famiglia. «Mia figlia ha un diploma di scuola superiore: ha dovuto rinunciare a proseguire gli studi, il piccolo ne ha dieci e non so che futuro potrò dargli».

Così ha scritto alla direzione nazionale della banca, ma anche alla Consob, al presidente della Giunta regionale, all’assessore all’Agricoltura e al presidente del Tribunale di Oristano. «Mi rivolgo a tutti quelli che possono aiutarmi: ci deve essere pure una soluzione».

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