Alla ricerca di tesori nascosti con il nuovo robot acquatico
SANTA GIUSTA. Corre sul pelo dell’acqua e nel frattempo, scandaglia e fotografa i fondali. Non è sbagliato definirlo “robot acquatico” il nuovo strumento che utilizzando la tecnologia ormai nota dei...
SANTA GIUSTA. Corre sul pelo dell’acqua e nel frattempo, scandaglia e fotografa i fondali. Non è sbagliato definirlo “robot acquatico” il nuovo strumento che utilizzando la tecnologia ormai nota dei droni, sta consentendo di conoscere meglio la laguna. Ciò che ha rilevato consentirà , attraverso la lettura di una mappa tridimensionale, di capire come si sono formati i fondali dello stagno, se la laguna anche millenni addietro fosse simile a quella che conosciamo oggi e, importantissimo per l’archeologia, scoprire come mai sui fondali a circa 600metri dalla riva sia arrivato il giacimento composto da vari manufatti, in particolare, anfore, risalenti ad un’epoca compresa fra il VII e il II secolo avanti Cristo, individuato tempo fa dalla Soprintendenza e attualmente, oggetto di studi. I vantaggi della nuova tecnologia, messa a punto dal Consorzio Pro Ambiente e impiegata in un progetto che mette assieme il Cnr Ismar di Bologna e che in Sardegna, attraverso un piano a vasto respiro finanziato dalla Regione ha la collaborazione dell’Iamc di Torre Grande, sono molteplici.