La Nuova Sardegna

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agricoltura

Fondi non dovuti condannato a pagare oltre 15mila euro

RIOLA SARDO. I controlli sono sempre molto attenti e così un altro agricoltore cade nella rete delle verifiche sui fondi europei per l’agricoltura. Ne hanno beneficiato nel corso degli anni...

20 luglio 2016
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RIOLA SARDO. I controlli sono sempre molto attenti e così un altro agricoltore cade nella rete delle verifiche sui fondi europei per l’agricoltura. Ne hanno beneficiato nel corso degli anni tantissimi agricoltori, ma spesso capita che questi soldi arrivino indebitamente. È successo a Riola Sardo, dove il coltivatore diretto Umberto Sanna avrebbe ricevuto finanziamenti dichiarando la proprietà o l’affitto di terreni che invece non avrebbe avuto nella propria disponibilità. È per questo che è finito di fronte alla Corte dei Conti dove i giudici l’hanno condannato a risarcire l’Agea per 15mila 743 euro. Sono i contributi pubblici che aveva ricevuto per la coltivazione di una serie di terreni che però non aveva in uso. Questo dicono le indagini affidate alla Guardia di Finanza che hanno stabilito come quelle fossero aree di proprietà del Comune che l’amministrazione stessa aveva concesso in affitto ad altri agricoltori della zona.

Umberto Sanna aveva invece presentato la domanda unica di pagamento per gli anni che vanno dal 2010 al 2014, ottenendo quei finanziamenti che invece non gli dovevano spettare in quanto non sarebbe stato il proprietario di quei terreni. È per questo motivo che ora i giudici della Corte dei Conti li chiedono indietro con il calcolo che deve tenere conto anche della rivalutazione secondo le cifre indicate dall’Istat.

Sembra un caso semplice, ma in realtà è più complicato. Una volta citato in giudizio, l’agricoltore si è difeso. Intanto ha spiegato come da oltre vent’anni si occupasse di quelle zone e le coltivasse, fatto che gli sarebbe valso addirittura il possesso per usu capione. Poi ha spiegato, attraverso il suo avvocato Luca Casula, come su una parte della documentazione presentata vi fossero degli errori sul posizionamento e sulle dimensioni dei terreni commessi non volontariamente. Non è bastato a convincere i giudici che hanno accolto le richieste del pubblico ministero Antonietta Bussi.

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