Nicoletta, la storia ha un lieto fine
La donna, 44 anni e una grave malattia, non avrà più bisogno dei volontari
ORISTANO. «Nicoletta ha riconquistato la sua autonomia». Mario De Montis, ha la voce rotta dall'emozione, quando, al telefono, fa sapere che la vicenda di Nicoletta Sanna, la donna di Oristano costretta a dormire in automobile a seguito di uno sfratto, si è conclusa positivamente e in tempi più rapidi rispetto alle più ottimistiche previsioni. «Merito di una solidarietà che non si è arresa ma anche dell'assessore comunale ai Servizi sociali, Maria Obinu che non si è fermata di fronte alla più ostica burocrazia, andando avanti affinché Nicoletta ottenesse i suoi diritti», dice ancora De Montis, portavoce del gruppo Facebook “Solu in sardu”, che aprendo un conto alle Poste per raccogliere le offerte in danaro necessarie a pagare l'affitto, ha dato un aiuto concreto alla donna. Partiamo dalla fine. Appunto dalla risposta che Nicoletta Sanna ha dato a Mario De Montis, quando, l'altra sera, le ha telefonato per annunciarle l'invio di un nuovo vaglia per l'affitto. «Ci ha ringraziati, ma ci ha anche detto di non inviarle più denaro – racconta De Montis – il Comune, infatti, le ha finalmente liquidato l'assegno del progetto di sostegno che attendeva da mesi. Mille euro che, pagato l'ultimo mese d'affitto, l'assicurazione dell'auto che le potrebbe servire dovesse spostarsi per un eventuale lavoro, le consentiranno di mantenersi ancora in attesa dell'assegno di invalidità che l'Inps dovrebbe liquidarle da novembre». Il gruppo “Solu in sardu” si era mobilitato dopo aver letto su “La Nuova” la storia della donna di 44 anni che a causa di una grave malattia aveva perduto il lavoro e far rientro in Sardegna dall'Inghilterra dove era emigrata da diversi anni. Nicoletta al giornale aveva raccontato di aver ottenuto dal Comune ospitalità in una struttura di accoglienza per donne in difficoltà, ma che poi se n'era dovuta andare perché queste forme di assistenza, hanno dei limiti. Nel frattempo era stata inserita in un progetto di assistenza che le garantiva la possibilità di pagarsi una stanza in affitto. Tutto liscio fino a che non si sono messi di traverso i meccanismi della burocrazia e della spending review, con il Comune impossibilitato a liquidare gli assegni. Da qui lo sfratto, i mesi a dormire in macchina, i pasti consumati alla Mensa del Povero. A maggio Nicoletta Sanna si fa coraggio e si presenta alla redazione del giornale. La sua storia diventa una notizia che il gruppo “Solu in sardu”, prende subito a cuore. Pochi giorni dopo una delegazione arrivata da tutta l'isola incontra l'assessore Maria Obinu e scatta la catena della solidarietà. Il gruppo non si limita ad organizzare la sottoscrizione, ma si tiene in costante contatto con la donna, che nel frattempo, riesce anche a trovare una casa in affitto. (m.c.)