La Regione prende tempo, Tendas ha altri 20 giorni
L’assessore agli Enti locali Erriu definisce quello di Oristano “un caso unico” Inviata una diffida, poi l’ipotesi commissario. Ma il sindaco non ha maggioranza
ORISTANO. Il commissario può attendere. L’esecutivo Tendas, bocciato per la seconda volta in un mese sul riequilibrio del bilancio, ottiene i supplementari dei supplementari. La Regione – arbitro di una contesa dove gli aspetti politici vanno aggrovigliandosi a quelli tecnico-giuridici –, si è espressa attraverso l’assessore agli Enti locali Cristiano Erriu. E ha concesso al Comune di Oristano altri venti giorni di tempo, a partire da ieri, per approvare la delibera.
La premessa. Il consiglio comunale lunedì notte ha bocciato la delibera sugli equilibri di bilancio per 13 voti a 12. Stesso risultato incassato dal sindaco Tendas il 27 luglio scorso: politicamente, una sconfitta per il sindaco ormai privo di una maggioranza dopo l’abbandono di quattro ex:Mariangela Massenti, Giampaolo Lilliu, Stefano Mureddu e Marco Piras. Secondo il Testo unico degli enti locali, la mancata adozione, da parte dell'ente, dei provvedimenti di riequilibrio, equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione, ha come effetto la nomina di un commissario ad acta e l’avvio delle procedure di scioglimento del Consiglio. Ma è pura teoria.
Un caso unico. Così il caso Oristano, nella definizione dell’assessore Erriu. Che ammette candidamente «Si tratta di un caso unico e particolare che richiede analisi e approfondimenti». Allora, nella mancata approvazione dei riequilibri di bilancio, Oristano è in compagnia di 32 Comuni e 12 Unioni dei Comuni. Ma questi Enti non è che non abbiano approvato la delibera sui riequlibri: proprio non l’hanno preparata. «Il nuovo bilancio armonizzato ha creato molti problemi ai Comuni, quasi nessuno ha fatto in tempo ad approvarlo», ha detto ieri Erriu. La scadenza per l’approvazione del bilancio e degli equilibri era il 31 luglio. «Ma abbiamo ritenuto fosse il caso di dare un termine più lungo ai Comuni, c’erano delle difficoltà». Non a Oristano, dove l’assessore al Bilancio Giuseppina Uda ha portato per tempo il documento contabile, approvato con una maggioranza risicatissima, 13 voti a 12, e poi i riequlibri. E a questo punto è successo quello che tutti sanno: due bocciature.
La diffida. Questo fa di Oristano un caso unico: il riequlibrio non è stato adottato perchè è stata bocciata la delibera. E ieri la Regione, dopo aver dato abbondante tempo ai ritardatari e al bocciato – Oristano – di riflettere, ha deciso di applicare la legge: che concede al Consiglio, con una lettera notificata ai singoli consiglieri, venti giorni di tempo per l’approvazione dell’assestamento di bilancio. Trascorso tale termine, in caso di mancato via libera dell’assemblea, sarà il commissario ad acta a porre in essere i provvedimenti di riequlibirio necessari. «Oggi (ieri per chi legge ndr) ho fatto partire la diffida formale», ha detto Erriu.
Le interpretazioni. Pur dovendo destreggiarsi tra il politichese, lo stesso Erriu è costretto ad ammettere che quello di Oristano è un problema politico. «Ma se vuole sfiduciare la giunta, la maggioranza ha altri strumenti: i consiglieri si possono dimettere», dice. Ma i consiglieri che hanno bocciato il riequilibrio contavano forse sul fatto che lo scioglimento fosse una conseguenza prevista dalla legge. Non avevano tenuto conto delle interpretazioni. E sono furibondi.
Le reazioni. Giuliano Uras, consigliere Udc, è chiarissimo: «La Regione non sta rispettando la legge, non c’è più certezza del diritto. Il fatto è che quello regionale è un governo amico alla giunta Tendas, e non vuole perdere la faccia. E Tendas sapeva che gli avrebbero lanciato il salvagente, l’abbiamo capito. È pazzesco che vogliano tenere in piedi un esecutivo sfiduciato che non ha numeri. E che ha bocciato per due volte il riequilibrio».
M. Luther King e Bobby Solo. In Consiglio, l’opposizione ha volato alto. Salvatore Ledda (Idee rinnovabili) ha scomodato il discorso “I have a dream”, ho un sogno di M. Luther King per dire che «In questa città è mancato un grande sogno. Lei si deve dimettere, noi lavoreremo per costruire un sogno». Da M. Luther King a Bobby Solo: spazi siderali coperti da Tonino Falconi (Oristano Bene comune): l’invito a Tendas a dimettersi perché “Non c’è più niente da fare”.
Il sindaco. Irrintracciabile. Guido Tendas per tutta la giornata non ha risposto al telefono e non è andato in Comune. Prima di concludere il Consiglio, aveva ribadito di non aver nessuna intenzione di dimettersi. Per diverse ragioni: «Intanto il nostro bilancio è approvato. Abbiamo tante cose da fare. Faremo ogni tentativo che la Regione ci darà per restare». Ha anche detto che avrebbe trascorso i supplementari ricontattando a uno a uno tutti i suoi ex alleati. «Per metterli davanti alle loro responsabilità, quella di far arrivare il commissario». Prossima puntata, tra 20 giorni. E non è detto che si sia ai titoli di coda.
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