La Nuova Sardegna

Oristano

Giunta e maggioranza chiedono le dimissioni

di Enrico Carta
Giunta e maggioranza chiedono le dimissioni

Sono state sollecitate al sindaco per evitare la scivolata definitiva giovedì in aula Guido Tendas però non sembra però aver accolto con favore la proposta dei suoi

20 settembre 2016
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ORISTANO. Un uomo solo e non più al comando. Pressoché l’intera maggioranza, assessori inclusi, chiede ora a Guido Tendas di gettare la spugna prima di prendersi il terzo ko di fila che decreterebbe la fine delle ostilità. Una riunione di maggioranza, in un clima che più che da ultima spiaggia somigliava a quello da naufragio ormai avvenuto, ha forse sancito che l’avventura è finita ancor prima del Consiglio convocato per giovedì.

Nessuno o quasi – un paio le voci fuori dal coro – ci tiene ad andare in aula perché ormai è chiaro che sarebbe come andare di fronte a un plotone di esecuzione che ha i colpi in canna per far crollare sindaco e giunta e aprire la porta al commissario straordinario che la Regione invierà. Lo manderà non solo per approvare gli equilibri di bilancio che invece sbilanceranno la giunta Tendas sino a farla precipitare; lo manderà invece assieme alla lettera di benservito a chi aveva vinto le ultime elezioni per traghettare la città verso quelle della prossime fine di primavera.

L’appello al sindaco non è stato certo un tradimento dell’ultima ora, ma rispecchia la presa d’atto che i numeri sugli equilibri di bilancio è impossibile averli e così, dopo le due precedenti scivolate, giovedì arriverebbe quella definitiva che farebbe rompere la testa al sindaco, il quale però continua a pensare con la sua senza voler dare ascolto al resto del mondo. Perché, in fondo, quella di presentare le dimissioni prima della seduta convocata per il tardo pomeriggio di giovedì avrebbe un effetto assai particolare e potrebbe aprire scenari che forse non sono stati presi in considerazione o contemplati nei ragionamenti del primo cittadino. Se il sindaco le presentasse, succederebbe infatti che scatterebbero i venti giorni concessi per legge entro i quali può ritirarle. In questa parentesi di tempo, succederebbe che la Regione invierebbe sì il commissario, ma sarebbe un commissario ad acta solamente per approvare gli equilibri di bilancio e non per commissariare l’intero Comune. A quel punto Guido Tendas avrebbe la possibilità di riallacciare quei fili spezzati, perché magari su altri aspetti amministrativi la possibilità di andare avanti e trovare sostegno durante il cammino c’è ancora.

Ma l’ipotesi pare non essere stata accolta con favore dal sindaco che ha parlato di uscita nel pieno rispetto delle regole, come se quella delle dimissioni e di un successivo ritiro di esse non fosse contemplata. Insomma, vuol essere lui a chiudere la porta dopo che gli altri avranno spento le luci.

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