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Oristano

Cavalcaferrovia, in Procura tre denunce e un solo fascicolo

Cavalcaferrovia, in Procura tre denunce e un solo fascicolo

Per il cantiere di Simaxis, bloccato da luglio, anche la Asl ha presentato un esposto L’impresa appaltatrice e l’associazione Ex esposti amianto si erano già rivolte alla magistratura

21 settembre 2016
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SIMAXIS. Anche la Asl di Oristano si è rivolta alla Procura della Repubblica in merito al cantiere per la realizzazione del cavalcaferrovia lungo la linea Cagliari-Golfo Aranci, a metà tra i territori di Simaxis e del capoluogo. Un esposto che si aggiunge a quelli già inoltrati dalla Cidieffe costruzioni Srl di Colico, esecutrice dei lavori, e all’associazione Ex esposti amianto. È intuibile che le tre denunce siano andate a fare parte di un unico fascicolo, affidato al sostituto procuratore Andrea Chelo, che ha già incaricato la Forestale di svolgere gli accertamenti. Al centro delle verifiche ci saranno le segnalazioni della Cidieffe, titolare del cantiere i cui lavori sono sospesi dal 23 giugno scorso, data in cui l’impresa ha trovato residui di cemento amianto e in autonomia ha bloccato le operazioni. Il ritrovamento è stato notificato a Rete ferroviaria italiana, committente dell’opera, che avrebbe dovuto imporre uno stop immediato ai lavori, all’ufficio Spresal della Asl, e segnalato ai carabinieri di Simaxis, quindi alla Provincia, all’Arpas e all’Ispettorato del lavoro.

La mossa di Rfi, è stata di tutt’altro segno: nessuna imposizione di sospensione dei lavori, quanto, il 4 luglio, la notifica alla Cidieffe della risoluzione dell'appalto per inadempienze addebitate all'appaltatore. Ne è seguito un soprallugo in cantiere da parte dell’Asl e di Rfi, senza che di questi accessi siano stati forniti i verbali all’impresa, che li ha formalmente richiesti attraverso il suo procuratore speciale, ingegner Rolando Crespi. L’ingegner Crespi, per conto della Cidieffe, ha firmato l’esposto, inviato anche al Nucleo operativo ecologico dei carabinieridi Cagliari.

Il cantiere è ancora in possesso della Cidieffe costruzioni, in attesa che venga eseguito il verbale di consistenza dei lavori: tecnicamente, l’atto con il quale vengono compiute le misurazioni e i rilievi da parte del direttore dei lavori sullo stato dell’arte.

Il versante giudiziario è l’ultimo atto di una contrapposizione che vede da una parte la Cidieffe e dall’altra Rfi. L’impresa ha dovuto prendere atto dei risultati della bonifica bellica: sul versante di Simaxis, zona ex Cava Cespo, sotto un metro e mezzo di terra, c'erano rifiuti ascrivibili a diverse tipologie: pneumatici, plastica, gomma, ferrosi. Non solo terre e rocce di scavo, come previsto dall'appalto, con oneri ben maggiori rispetto al progetto. Si è dovuto scavare mezzo metro in più del previsto. Dal mese di aprile è iniziato un carteggio tra Cidieffe Costruzioni e Rfi, il cui il direttore dei lavori, ingegner Alessandro Basso, è stato invitato a predisporre una variante che contemplasse le lavorazioni e gli oneri non previsti dal progetto, mai predisposta. Quindi, è emersa la presenza dell’amianto. Tre denunce, un’unica inchiesta, un appalto sul quale pende la risoluzione e un cantiere congelato. L’amianto è sempre lì.

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