La Nuova Sardegna

Oristano

Ora il Pd rischia di restare solo

di Roberto Petretto

Verso le Comunali: Partito dei Sardi e Rifondazione scelgono strade diverse

18 gennaio 2017
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ORISTANO. Il Partito dei sardi si sfila dal Pd in vista delle prossime elezioni comunali del capoluogo: «Un arrivederci o un addio? Non saprei, vedremo più avanti», commenta il consigliere regionale Augusto Cherchi. Il Pds ha annunciato di aver avviato «un dialogo con le forze civiche di matrice socialdemocratica e liberaldemocratica della città interessate a produrre una coalizione che metta alla base della sua proposta di governo l'identità storica di Oristano e la futura sovranità della Sardegna».

In un documento si esprime la convinzione che «per poter vincere e dare un governo autorevole e forte alla città servano gesti innovativi e coraggiosi che risveglino la partecipazione popolare e ridiano alla politica tensione morale, carica ideale, capacità progettuale».

L’auspicio è di modo nuovo di accostarsi alla cosa pubblica: «solo così si batte il conservatorismo e si contrastano derive populiste». Per questo il Pds annuncia che «per produrre questa innovazione civica è pronto a presentarsi alle elezioni oristanesi spogliandosi del suo simbolo di partito».

Un percorso che, al momento, non coincide con quello del Partito democratico. Strade diverse e quindi ci si saluta: «Il Partito dei Sardi comunica alle forze del centrosinistra cittadino che fino alla conclusione delle interlocuzioni con le forze impegnate nella costruzione del progetto civico sospende la sua partecipazione al tavolo».

E il Pd viene lasciato solo anche dalla sinistra: il circolo “Peppino Impastato” di Rifondazione comunista, in un documento, annuncia di voler costruire, per le prossime elezioni comunali «un unico fronte unito e partecipato tra tutte le forze di sinistra presenti in città, fra tutte le soggettività politiche e sociali locali, movimenti, comitati e associazioni che possono contribuire e determinare un processo unitario della sinistra alternativa al Pd».

Per Rifondazione «la vittoria del No al referendum costituzionale rappresenta «l’indirizzo programmatico di una nuova stagione della sinistra e contribuire alla costruzione di uno spazio aperto inclusivo, plurale e cooperativo, dove ciascuno e ciascuna possano fare la propria parte per costruire una lista di alternativa al Pd».

Una proposta che sorga non dalle segreterie dei partiti, ma dai cittadini: «Un percorso dal basso da costruire tutti insieme. Rifondazione è consapevole che non esiste una ricetta semplice, ma siamo disponibili ha costruire l’alternativa».

Nei prossimi giorni verrà organizzata un’assemblea in città «per un confronto politico e culturale con tutti».

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