La Nuova Sardegna

Oristano

Agroalimentare biologico, sempre più certificazioni

di Simonetta Selloni ; di Simonetta Selloni
Agroalimentare biologico, sempre più certificazioni

Cresce anche nell’Oristanese il numero delle aziende che si dota dello strumento Iniziativa della Confapi per spiegarne i vantaggi. Già 231 le imprese certificate

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ORISTANO. Se c’è un dato chiaro che emerge sui consumi degli utenti in tempo di crisi, è che la ridotta disponibilità economica ha fatto ripensare il modo in cui si spende: meno, ma verso prodotti di qualità. Questo discorso vale particolarmente per il mercato dell’agroalimentare, e ancora di più in Sardegna, dove i consumi sono sempre più diretti verso prodotti genuini, a km zero e, ora, biologici. Una tendenza che a livello mondiale ha quintuplicato il fatturato del mercato biologico, ma che ha interessanti numeri anche nell’isola, dove sono 150mila gli ettari di terreno coltivati a biologico, e in provincia di Oristano.

Se ne è parlato nei giorni scorsi nel corso di un incontro promosso dalla delegazione di Oristano di Confapi Sardegna, che ha chiamato gli esperti di Ecogruppo Italia, ente di controllo e certificazione di prodotti biologici accreditato al ministero dell’Agricoltura sotto il patrocinio dell’ente di accreditazione.

L’incontro era particolarmente incentrato sulle opportunità delle imprese del settore agroalimentare. Nell’isola le aziende certificate biologiche sono 2341, di cui 210 in provincia di Oristano. Franco D'Antoni, General Manager di Ecogruppo Italia: «Abbiamo rilevato un grande interesse da parte delle aziende oristanesi. Soprattutto nel campo della coltivazione dei cereali e foraggero, che sono anche quelli maggioramente presenti nella certificazione bio. Che è una certificazione di filiera: l’intero processo lavorativo viene controllato, dalla materia prima fino al prodotto finale. Tutti gli anelli della catena sono sottoposti a una verifica strettissima», ha sottolineato.

In provincia di Oristano la maggior parte hanno già ottenuto le certificazioni di qualità. Quelle bio sono per la maggior parte produttrici di riso, pasta, vino e olio, ma anche qualche caseificio, anche si tratta di piccole realtà che gestiscono direttamente anche l’allevamento del bestiame.

Un’opportunità, quella offerta dal biologico, determinante quando si tratta di affacciarsi sui mercati esteri, dove la sensibilità verso la qualità è particolarmente alta. Nei prossimi giorni la Confapi attiverà uno sportello gratuito per dare tutte le informazioni alle aziende interessate.

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