La Nuova Sardegna

Oristano

Camion e ruspe in riva allo stagno

di Enrico Carta

Partiti i lavori di dragaggio dei canali della laguna. Polemiche sul passaggio di mezzi pesanti

23 marzo 2017
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CABRAS. Arrivano le ruspe anche in riva allo stagno. Uno dei più tutelati luoghi di interesse naturalistico dell’intera Sardegna assiste a uno sbarco in forze di mezzi da terra con tanto di truppe di operai. È l’avvio dei lavori per il dragaggio dei canali adduttori, quelli cioè che portano l’acqua alla laguna cabrarese. La comparsa però dei cosiddetti mezzi pesanti ha suscitato alcune perplessità, per quanto immediatamente la Provincia abbia smentito l’eventualità di lavori effettuati in difformità al progetto.

Certo, fa specie vedere un tale spiegamento di forze in una zona ad altissima tutela ambientale, tanto che le segnalazioni di automobilisti e di addetti ai lavori perplessi su quanto stia accadendo non sono mancate. Però c’è da registrare, per prima cosa, l’assoluta certezza del direttore dei lavori, l’ingegnere Gianfranco Porcu, sul rispetto alla lettera del progetto che ha passato le varie fasi preliminari attraverso l’esame accurato eseguito da tutti gli enti e dal Corpo Forestale che devono verificare la fattibilità del lavoro attraverso il rispetto delle norme di tutela ambientale.

L’opera, indispensabile per la salute dello stagno, prevede il dragaggio dei fondali di quattro canali di adduzione, dove si sono depositati detriti di vario tipo che hanno così limitato la portata d’acqua. Bisogna aumentare la profondità di quei canali perché altrimenti l’intero stagno va in sofferenza e così la Provincia ha finanziato i lavori agli affluenti della laguna con un milione e 200mila euro divisi. Pochi giorni fa le operazioni di dragaggio, affidate alla ditta Conscoop di Forlì, sono cominciate anche con una serie di opere preliminari che hanno dato alquanto nell’occhio.

Sono state spianate alcune piste in cui far passare i veicoli, sono stati predisposti passaggi in zone dove prima c’era della vegetazione e sono comparsi i mezzi che effettuano il dragaggio direttamente dall’acqua e soprattutto in tanti hanno notato le ruspe, i camion e i primi cumuli di detriti ammassati in zone di raccolta.

L’avvio dei lavori è stato però accompagnato anche da diverse perplessità legate alla quantità di mezzi presenti e proprio alle strade di passaggio. La domanda che ci si è posti è come sia possibile la tutela di un bene ambientale simile all’interno di lavori così invasivi. Chi conosce il progetto da vicino ritiene addirittura che ci possano essere delle difformità rispetto a quanto previsto per l’eccessivo numero di mezzi pesanti utilizzati. Il lavoro di dragaggio, infatti, era previsto solo in alcune aree non raggiungibili attraverso i mezzi acquatici che sarebbero dovuti essere utilizzati per la gran parte dell’opera.

Il direttore dei lavori Gianfranco Porcu però chiarisce che tutto è avvenuto nel pieno rispetto di quanto previsto dalo progetto: «Stiamo lavorando sulla base di quanto approvato dai numerosi enti che hanno verificato la bontà del progetto. I mezzi a terra utilizzati sono esclusivamente due alle quali sono collegate le pompe di aspirazione. È vero che lo stagno di Cabras rientra in una Zona a protezione speciale e in un Sito di interesse comunitario, altresì ci sono zone demaniali che utilizzate a pascolo o per finalità agricole. A proposito delle piste di passaggio basti pensare che successivamente al termine del lavoro rimarranno utilizzabili e naturalmente la loro esistenza è stata discussa e approvata da una lunga serie di enti che devono valutare queste particolarità».

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