La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, quegli acquerelli che raccontano la città

Roberta Fois
Una delle pitture di Gianlugi Concas
Una delle pitture di Gianlugi Concas

Gianluigi Concas e la sua avventura artistica: "I miei disegni sono prima di tutto ricerca"

20 aprile 2017
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ORISTANO. Ci sono tanti modi di guardare la città in cui si abita. C'è chi la vive frettolosamente, percorrendo le sue strade in maniera mnemonica, quasi distratta. C'è chi, con gli occhi da bambino, la scopre per la prima volta e si lascia affascinare dalle sue bellezze. C'è chi la critica e non riesce ad apprezzarla.

Poi c'è chi la osserva, chi la vive a pieni polmoni, ne scopre gli scorci, le prospettive, i giochi di luce e così facendo impara a guardarla con uno sguardo nuovo, con un approccio diverso che racconta con le sue penne a china e i suoi acquerelli.

È il caso di Gianluigi Concas, 41 anni di Nuraxinieddu, artista eclettico, noto per la sua attività di fumettista con lo pseudonimo di Piallo. [[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:oristano:cronaca:1.15222465:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/image/contentid/policy:1.15222465:1653417261/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]] Può capitare di incontrarlo mentre dipinge o disegna dal vero la città nella sua quotidianità e non solo.

«L'idea di disegnare Oristano è nata spontaneamente - racconta l'artista-. Ho fatto un corso di pittura ad olio e a colori e a poco a poco mi è piaciuto sempre di più. Da qui la volontà di disegnare il soggetto dal vivo. Ho iniziato con le zone paludose, passando per Santa Giusta, Arborea e il Porto. Poi, casualmente, passeggiando per la città mi sono guardato intorno e ho visto le prospettive create dai palazzi. Ho maturato l'idea di raccontare

Oristano».

La scorsa estate, in una mostra al Librid, "Piallo" ha raccontato «la Oristano più recente dal dopoguerra fino ad oggi. Mi piace raccontare qualcosa che di solito non piace e mi piace raccontare quei luoghi che viviamo ogni giorno ma con un approccio diverso, cercando di vederli in un'altra maniera. Prima di dipingere dal vivo non li vivevo così. Con il mio disegno faccio una ricerca sui luoghi, sulla mia città e sulle persone che ci vivono, anche se sono dei soggetti defilati dei miei lavori».

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