La Nuova Sardegna

Oristano

Carminati nel carcere di Massama

di Roberto Petretto
Carminati nel carcere di Massama

Appena condannato a 20 anni, l’ex dei Nar e della Banda della Magliana non è più sottoposto al regime del 41 bis

28 luglio 2017
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ORISTANO. Dall’estremismo nero dei Nar alla Banda della Magliana. Da un’accusa di associazione di stampo mafioso a una di “semplice” associazione a delinquere. Dal carcere di Parma a quello di Massama. È questo il cursus honorum, la sintesi del curriculum di Massimo Carminati, condannato a 20 anni di reclusione a conclusione del processo Mafia Capitale, trasferito dal carcere di Parma, dove era sottoposto al cosiddetto 41 bis, il carcere duro per i mafiosi, nel penitenziario di massima sicurezza della frazione oristanese di Massama.

Niente associazione mafiosa e quindi niente 41 bis, il regime di carcere duro a cui, per decisione del ministero di Grazia e giustizia, vengono sottoposto i criminali finiti in carcere appunto per reati di tipo mafioso. Carminati non è più tra questi: la decisione di trasferirlo a Massama, carcere di alta sicurezza dove non possono stare detenuti sottoposti al regime di 41 bis, fa seguito alla revoca, dal parte del ministro della giustizia Andrea Orlando, della condizione carceraria in cui Massimo Carminati si trovava dal dicembre 2014. Una revoca scaturita dalla esclusione dell’aggravante dell'associazione di stampo mafioso disposta dai giudici della decima sezione del tribunale di Roma a conclusione del processo al cosiddetto 'Mondo di Mezzo’.

«Non so ancora nulla - dice il direttore del carcere di Massama, Pierluigi Farci, raggiunto al telefono nel bel mezzo delle ferie -. Ma se arriverà, faremo tutto ciò che è previsto per accogliere detenuti di questo tipo».

In considerazione della “elevata pericolosità del soggetto”, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha raccomandato l’adozione di “rigorosissime misure di sicurezza e vigilanza atte a prevenire e impedire ogni turbativa nonché eventuali tentativi di evasione che il detenuto potrebbe porre in essere anche mediante l'intervento di complicità esterne”.

La storia criminale di Carminati inizia nell'eversione neofascista dei Nar, dove ha un ruolo di collegamento con organizzazioni criminali come la Banda della Magliana. Fu assolto in Cassazione nel processo sull'omicidio del giornalista Mino Pecorelli. Arrestato per la prima volta nel 1981 mentre tenta di fuggire all’estero: nel corso di un conflitto a fuoco è raggiunto da un proiettile e perde l'occhio destro. Il suo nome torna alla ribalta nel 1999 con il colpo al caveau nei sotterranei di Piazzale Clodio per il quale viene condannato a 4 anni di carcere.

Nel carcere di Massama sono ospitati attualmente poco meno di 300 detenuti (erano 280 sino a sabato scorso). Tendenzialmente in un carcere di alta sicurezza non sono ospitati detenuti sottoposti al 41 bis, anche se pare non siano mancate delle eccezioni.

A Massama sono attive 6 sezioni. Una, la più affollata, è destinata ai detenuti comuni, molti di quali locali. Ci sono poi quattro sezioni per i detenuti sottoposti al regime denominato “Alta sicurezza 3”, personaggi della malavita organizzata di tipo mafioso (alcuni scontano la pena dell’ergastolo per omicidio) che però non sono mai stati sottoposti a regime di 41 bis.

L’ultima sezione, infatti, ospita i detenuti sottoposti alla “Alta sicurezza 1”: sempre esponenti delle malavita organizzata di tipo mafioso, ma ai quali è stato revocato il 41 bis.

L’Alta sicurezza 2 riguarda invece i detenuti per reati legati al terrorismo islamico, ma nel carcere di Massama attualmente non ce ne sono.

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