La Nuova Sardegna

Oristano

La microspia controllava l’ex sindaco

di Enrico Carta
La microspia controllava l’ex sindaco

Tendas intercettato forse per i legami con il progettista dell’housing sociale di via Lepanto: ipotesi di reato poi tramontata

15 dicembre 2017
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ORISTANO. La microspia era per Guido Tendas. Era l’ex sindaco a essere controllato nel suo ufficio. Se il beneficio del dubbio va comunque tenuto vivo perché non arrivano al momento conferme ufficiali, è anche vero che il mosaico sembra ormai comporsi di tutte le sue tessere. Gli elementi per tirare le somme, a due giorni dall’uscita della notizia anticipata da un articolo della Nuova, ci sono tutti. Non ultimo di questi elementi la risposta secca alla domanda che ieri è stata posta all’attuale sindaco Andrea Lutzu: «Io indagato? Assolutamente no, lo escludo con certezza». Allora in una situazione in cui non esiste una terza possibilità, secondo logica, non resta che escludere uno dei due possibili obiettivi ovvero Andrea Lutzu.

Fatto il più classico dei “due più due”, si passa alla fase successiva ed ecco che spunta anche il possibile filone d’inchiesta che ha lambito il Comune senza provocare scossoni o, anzi, rendendo addirittura merito all’ex primo cittadino che si sarebbe dimostrato integerrimo. Se così non fosse stato, è ipotizzabile che qualcosa di molto clamoroso avrebbe coinvolto in prima persona proprio Guido Tendas. Di contrasti durante la precedente consiliatura ve ne sono stati parecchi sia interni che esterni al Comune. Ci sono stati esposti – anonimi e firmati – su varie cose, ma su una in particolare vien da pensare che la magistratura possa aver avuto la necessità di controllare i movimenti di Guido Tendas e di qualcuno che passava nella sua stanza: è la questione dell’housing sociale di via Lepanto.

Perché proprio quello? Perché a inizio 2017 nelle sale di palazzo Campus Colonna e delle altre sedi comunali arrivano gli agenti di polizia giudiziaria. Acquisiscono documenti e interrogano anche alcune persone tra cui i responsabili della ditta lombarda “Torre” che si dovrà occupare della costruzione degli immobili collegati al più ampio progetto di Oristano Est. Il trait d’union tra la ditta Torre e l’amministrazione comunale è però una persona che, di lì a poco, sarebbe finita nel mirino della procura. A occuparsi di redigere il progetto per l’housing sociale di via Lepanto è infatti l’ingegnere Gianni Mura di Macomer.

Non esattamente un Carneade visto lo spessore della sua attività professionale, né uno sconosciuto per la procura oristanese, che a maggio lo manderà ai domiciliari per qualche settimana in un’inchiesta che riguarda una serie di appalti e di incarichi pubblici nel Marghine, territorio di competenza del tribunale oristanese. È possibile quindi che gli inquirenti abbiano allungato il loro sguardo spostandolo da Macomer sino in piazza Eleonora, dove però, a meno di essere smentiti successivamente da provvedimenti giudiziari di cui al momento nessuno è a conoscenza, non sarebbero stati rilevati reati. Sembra impensabile infatti che, di fronte a un’intercettazione compromettente raccolta all’interno di un ufficio come quello del sindaco, gli stessi inquirenti non sarebbero intervenuti immediatamente estirpando la gramigna del malaffare.

Finita il 26 giugno l’era Tendas in Comune, anche la necessità di tenere la microspia accesa nell’ufficio del primo cittadino sarebbe cessata. Così, con un comando a distanza, sarebbe stata spenta.

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