La Nuova Sardegna

Oristano

Autovelox mal posizionati Il caso torna in tribunale

di Enrico Carta
Autovelox mal posizionati Il caso torna in tribunale

Arborea, una nuova contestazione da chi aveva perso la causa precedente Secondo una perizia rilevavano la velocità in un tratto di strada provinciale

13 gennaio 2018
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ARBOREA. Pochi centimetri fanno la differenza. E soprattutto riaprono il caso degli autovelox all’ingresso del paese e delle multe che, in tempi nerissimi per gli automobilisti, fioccavano senza sosta proprio grazie alle mai amate apparecchiature. Quando la causa sembrava destinata a finire per sempre nel cassetto con la Cassazione che aveva annullato senza rinvio il procedimento prendendo una decisione che, di fatto, obbligava gli automobilisti a pagare le multe e le spese per la causa, ecco che la querelle riprende fiato per una questione di centimetri che potrebbe nuovamente ribaltare la situazione.

Nei giorni scorsi, due dei 119 automobilisti che erano incappati nel flash degli autovelox in funzione sino a qualche anno fa e che avevano presentato ricorso contro la multa che puntualmente era arrivata in seguito al rilevamento dell’eccesso di velocità, hanno fatto un ulteriore mossa che riporta il caso in tribunale. Tra le loro speranze c’è anche quella di cambiare le sorti di una causa che, dopo tanto battagliare, li vede perdenti. Cosa dunque li ha spinti a compiere il passo? In mano, l’avvocato Rosella Oppo che li rappresenta, ha una perizia che riconsidera il posizionamento dei rilevatori di velocità. È qui che la vicenda si complica. I rilevatori infatti non potevano trovarsi in una strada extra urbana, per cui il Comune aveva provveduto anche a riperimetrare i confini del centro abitato. Attraverso quella procedura l’amministrazione era convinta di aver sistemato le cose, perché le due apparecchiature sarebbero state nel tratto stradale di competenza comunale. E quela è stata considerata anche dai giudici nei vari gradi del precedente procedimento come una strada comunale a tutti gli effetti.

Nel frattempo però qualcosa è cambiato. Una perizia dice che in realtà le spire sull’asfalto che rilevavano la velocità sono al di fuori del tratto di competenza comunale. In un ingresso è stata riscontrata una differenza di due metri e sessanta centimetri, nell’altro una differenza di cinque metri. Insomma, la rilevazione veniva fatta in un punto di strada ancora di competenza provinciale, quindi con una velocità superiore a quella consentita invece all’interno del centro abitato. Ecco il perché della querela di falso presentata dai due automobilisti, procedura che vale anche per i procedimenti civili ed ecco perché c’è un nuovo appuntamento ad aprile in tribunale dove il Comune dovrà comparire. L’amministrazione ha affidato l’incarico all’avvocato Nicola Battolu che già si era occupato della precedente fase. Quest’ultima fase invece potrebbe far rientrare in gioco anche tutti gli altri automobilisti, sempre che il provvedimento arrivi prima che un altro giudice stabilisca la cifra che i multati ricorrenti della prima ora dovranno rifondere al Comune per via della sconfitta nell’altro procedimento.

È un intreccio di cause un po’ complicato che però vale circa 200mila euro, di cui 150mila sono di spese legali e altri 50mila di multe.

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