La Nuova Sardegna

Oristano

Arborea guarda con interesse al biometano

di Michela Cuccu
Arborea guarda con interesse al biometano

Incontro con la cittadinanza sul progetto che prevede la produzione di gas dai reflui dell’allevamento

23 gennaio 2018
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ARBOREA. Tanta partecipazione e soprattutto, tanta voglia di capire: si è svolto ad Arborea il secondo di una serie di appuntamenti attraverso i quali illustrare la scelta della Cooperativa 3A di localizzare un impianto che trasformerà in biogas i liquami ed il letame prodotti dagli allevamenti bovini.

L’iniziativa, inserita nel progetto “Arborea ne parla” del programma Isaac (acronimo che significa Icreasing social awarness and acceptance of biogas and biomethane) punta a condividere con cittadini, imprese, associazioni di categoria e istituzioni locali i progetti di sviluppo delle nuove energie “green”. Entro marzo si concluderà la serie di incontri, i primi di questo genere ad Arborea, che stanno riscuotendo una condivisione partecipata da parte della popolazione.

«Proprio perché si tratta di una novità, ovviamente, le domande e le richieste di chiarimenti da parte di coloro che partecipano alle assemblee sono tante – ha detto il sindaco, Manuela Pintus – certo, è ancora presto per capire se l’orientamento dei cittadini sia favorevole o meno alla realizzazione di questo impianto. Questo è stato solamente il secondo di tanti appuntamenti in programma, ma è stato positivo notare che da parte sia degli operatori del comparto zootecnico che di altri cittadini che non lavorano nel settore, ci sia un notevole interesse verso l’iniziativa che è stata illustrata dal direttore generale della 3A Francesco Casula e dai suoi collaboratori, ma anche esperti del calibro di Antonio Scano, docente di tecnologie dei processi industriali all’università di Sassari».

La possibilità di costruire un impianto alimentato dal liquame e dal letame dei bovini è in sintesi il progetto proposto dalla 3A, con lo scopo di convertire quello che attualmente è un problema sia a livello ambientale che economico, ovvero la gestione dei reflui delle 35mila vacche che fanno la ricchezza del gigante bianco, in una ricchezza.

I reflui di allevamento dovrebbero essere in tre digestori anaerobici per produrre biogas e, dopo un ulteriore processorading, biometano liquido, destinato all’alimentazione dei veicoli aziendali, ma anche di quelli di aziende vicine. Ma questo progetto, per il quale è in corso l’istruttoria per ottenere le autorizzazioni, ha bisogno di un percorso partecipativo con il territorio. Per questo i vertici dell’azienda leader nel settore lattiero-caseario vaccino in Sardegna, hanno partecipato all’incontro, così come il sindaco Manuela Pintus. Il processo partecipativo prevede l’attivazione di una giuria di cittadini che si esprimerà sul tema e sul progetto specifico.

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