La Nuova Sardegna

Oristano

Fauna selvatica, le idee della Lipu

di Michela Cuccu
Fauna selvatica, le idee della Lipu

Proposte per il contenimento da parte dell’associazione ambientalista

30 gennaio 2018
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TERRALBA. È l’annoso problema della fauna selvatica, che avrebbe effetti deleteri per i raccolti. Gli agricoltori chiedono piani di contenimento e di soppressione delle specie la cui presenza, se eccessiva, è una minaccia per il loro lavoro. Ora gli ambientalisti propongono un nuovo approccio per risolvere la questione. Anna Lacci, presidente Earth Gardeners; Gabriele Pinna, portavoce della Lipu e Simona Serusi del Wwf di Oristano, hanno stilato un documento con proposte di intervento su alcune delle specie faunistiche considerate da agricoltori e pescatori particolarmente dannose. Si inizia dai fenicotteri, per i quali, gli ambientalisti chiedono un piano delle acque relativamente ai punti di presa e restituzione delle stesse e di conseguenza ai riflessi che i reflui possono causare al sistema degli stagni; l’analisi delle acque per comprendere quali sono i carichi in sostanze potenzialmente deleterie all’ambiente e valutare di conseguenza la possibilità di abbattimenti e il monitoraggio del carico di fenicotteri presenti, particella per particella, a cura del proprietario o conduttore dei fondi con la collaborazione delle associazioni di volontariato per quanto riguarda i possibili metodi di conteggio.

Per i piccioni, la proposta è di una mappatura delle fonti alimentari di origine antropica e possibilità della loro limitazione/eradicazione. «La mappatura verrà realizzata dagli allevatori e dai proprietari dei fondi», si legge. Ci sarebbe anche la possibilità di applicare metodologie di difesa passiva ed esclusione sia ai luoghi di foraggiamento o nidificazione.

«Tutto questo nella necessità prioritaria di controllare il numero di “piccioni torraioli” presenti nell’ambiente per limitare le possibilità di inquinamento genetico delle residue popolazioni di piccione selvatico», scrivono. Anche in questo caso potrebbero collaborare assieme i Comuni interessati; il Corpo forestale e Forestas.

Nel caso dei cormorani, gli ambientalisti affermano: «Non appare chiaro al momento se il presunto decremento della produttività sia dovuto alla presenza dei cormorani, alla cattiva gestione degli stagni o alle condizioni ambientali. Stante le situazione di incertezza, la Lipu ha stilato un documento che cerca di mettere in luce le differenti causalità legate al problema, documento a cui facciamo riferimento riconoscendolo come un approccio congruo e fattivo per avviare azioni concrete. Il tutto da realizzare in collaborazione fra Università, Consorzio di Bonifica, Arpas e forestale.

Per la cornacchia, infine, la proposta è quella di istituire un’anagrafe dei danni, da parte delle amministrazioni deputate, su denuncia degli agricoltori, al fine di monitorare le colture interessate ma anche il monitoraggio delle condizioni ambientali in cui i danni si verificano; ripristino e arricchimento ambientale che determini un incremento di biodiversità e, in prospettiva, un’inversione di tendenza nella presenza delle cornacchie con la sperimentazione di sistemi di dissuasione ottici e sonori.



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