La Nuova Sardegna

Oristano

Acqua benedetta per cavalli e cavalieri in piazza Sant’Efisio

di Enrico Carta
Acqua benedetta per cavalli e cavalieri in piazza Sant’Efisio

A Su Brugu altro momento di avvicinamento alla Sartiglia Nelle vie del centro storico protagoniste le maschere

05 febbraio 2018
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ORISTANO. Senza fiato, un giorno dopo l’altro fino all’esplosione di domenica e martedì della prossima settimana. Passo dopo passo la maratona verso la Sartiglia procede spedita verso il traguardo. Dopo l’esplosioni di emozioni della Candelora, con la consegna dei ceri benedetti ai due capicorsa, Antonio Giandolfi per i contadini e Andrea Solinas per i falegnami, ieri si è svolto un altro rituale. Meno atavico di tutti gli altri, perché introdotto solo di recente, il momento della benedizione dei cavalieri e dei loro amati cavalli è entrato a far parte degli appuntamenti fissi. Così piazza Sant’Efisio, di fronte all’omonima chiesa e all’omonimo quartiere in cui forse più che altrove pulsa il cuore verace della Sartiglia, è diventata il piccolo anfiteatro che ha ospitato gran parte dei centoventi protagonisti della giostra assieme ai più piccoli cavalieri della Sartigliedda che invece farà da intermezzo alle due giostre dei più grandi.

A impartire la benedizione – ulteriore riprova del fatto che l’antica manifestazione abbia sempre avuto il beneplacito della Chiesa e delle autorità governative sin dai tempi in cui Oristano era sotto il dominio spagnolo – è stato il parroco don Gianfranco Murru che di fronte al portone della chiesa ha bagnato le pariglie di cavalieri che, a tre a tre, hanno sfilato davanti a diverse decine di persone incuriosite o giunte sin lì per salutare il proprio amico o parente a cavallo. La giornata è poi proseguita per quasi tutti i protagonisti nel più classico dei banchetti domenicali nelle varie scuderie alla periferia della città.

Consumato il momento conviviale al sapore di carne arrosto e al profumo di zippole, il carnevale ha ripreso vigore con gli eventi che hanno animato le vie del centro storico dove per tutto il fine settimana si sono svolti gli eventi organizzati in collaborazione con la Fondazione di “Aspettando la Sartiglia”. Maschere tradizionali, costumi, trombe, tamburi, tutto ciò che fa carnevale era presente a regalare un po’ di allegria nel solco della tradizione. È così che l’evento per eccellenza della città di Eleonora cerca di andare oltre i due classici giorni strettamente dedicati alla giostra che da oltre cinquecento anni scandisce i tempi di Oristano.

In città tantissime persone hanno accolto divertite, incuriosite e affascinate le maschere di vari carnevali sardi che, tutti gelosamente, continuano a custodire il simbolismo di una storia ancestrale, dove usanze pagane si innestano sul solco della tradizione cattolica che le ha fatte proprie inglobandole nelle sue liturgie. E oggi la società contemporanea, oltre superstizione, divertimento e religione, ha saputo fare del carnevale anche un momento di cultura.

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