La Nuova Sardegna

Oristano

il disservizio 

Il Distretto di Ales-Terralba senza pediatra da tre mesi

Il Distretto di Ales-Terralba senza pediatra da tre mesi

ALES. Se Sparta piange, Atene non ride. Se al San Martino non va benissimo, non è che altrove si scoppi di salute. Prova ne sia che dalla segreteria della Cisl viene inviata una nuova segnalazione di...

15 aprile 2018
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ALES. Se Sparta piange, Atene non ride. Se al San Martino non va benissimo, non è che altrove si scoppi di salute. Prova ne sia che dalla segreteria della Cisl viene inviata una nuova segnalazione di un disservizio che si sta protraendo da mesi. Per l’esattezza da tre mesi. Al direttore della Assl Mariano Meloni e al responsabile del Distretto Ales-Terralba, Peppinetto Figus, viene ricordata dai segretari Cisl, Salvatore Seoni e Marco Efisio Pisanu, la grave situazione in cui versa la periferia dell’Assl oristanese. Nel Distretto sanitario da tre mesi manca il pediatra che dovrebbe essere in servizio al poliambulatorio di Ales. «Sarebbe stato utile durante il periodo di allarme per la meningite, che è coinciso con l’assenza dello stesso pediatra», spiegano i sindacalisti chiarendo che sarebbe stato un importante supporto alle altre figure mediche e agli altri ambulatori della zona. A fare il paio con la prima carenza, ve n’è una seconda. Da un mese nel laboratorio analisi del Distretto di Ales non si esegue più l’esame della glicemia. Roba banalissima, ma la struttura al momento è sprovvista delle provette. Non che la direzione non sia a conoscenza di questa carenza risolvibile in un amen, perché tutto è stato segnalato più volte. Eppure sino a ieri le provette non sono ancora giunte a destinazione. Sarebbe utile capire se per lo meno abbiano iniziato il non troppo lungo viaggio da Oristano verso Ales. Ma la Cisl prosegue con l’elenco visto che il medesimo ambulatorio, da una decina di giorni, è sprovvisto anche dei vacutainer, indispensabili per eseguire un corretto prelievo del sangue.

«I disservizi evidenziano in maniera chiara l’inadeguatezza dell’erogazione del servizio sanitario, poiché l’impossibilità di eseguire alcune analisi crea disagi e costringe i pazienti del territorio a rivolgersi ad altre strutture sanitarie, con un aggravio economico», conclude il documento. (e.c.)

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