La Nuova Sardegna

Oristano

lo scontro 

Cadau: «Attacchi contro i miei figli»

Cadau: «Attacchi contro i miei figli»

La consigliera del Movimento 5 Stelle lancia accuse in un post

08 maggio 2018
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ORISTANO. Si dice il peccato, ma non il peccatore. Il post scritto su Facebook dalla consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Patrizia Cadau, lascia però intendere tante cose e che il riferimento a fatti o persone interne allo stesso Movimento non sia poi troppo casuale. Patrizia Cadau denuncia, per ora a parole ma c’è il sospetto o più che il sospetto, alcuni metodi intimidatori che sarebbero stati usati contro la sua attività politica. A dire il vero non è la prima volta che la stessa denuncia attacchi verbali poco corretti se non scorretti a base di parole sessiste che toccano anche la sfera privata. Stavolta però l’assalto via social network sembra sia andato ancora oltre, raggiungendo vette inesplorate. «Mai avrei pensato che si arrivasse a toccare i miei figli, ad intimidirli a scuola, a fare minacce velate da una pagina Facebook, a parlare di pena e pietà per loro a causa del mio essere madre, senza conoscere la mia vita, senza sapere nulla di me, della mia famiglia».

Incassato il colpo e dichiarando di essere stanca di tutto questo guazzabuglio che si scatena all’interno del Movimento attorno alla sua figura, Patrizia Cadau rilancia e accusa questo misterioso personaggio da cui è tallonata come in una partita di rugby. Ecco che vengono quindi spiattellati i sospetti sul fatto che quella persona si nasconda dietro un profilo fasullo, che quella stessa persona sia in ottimi rapporti con il Comune da cui riceverebbe incarichi diretti e ancor di più sino ad avanzare dubbi su una proprietà immobiliare.

«Siete complici di criminali e criminali a vostra volta – prosegue il post al vetriolo –. Questa non è politica, è miseria umana, violenza a cui ho sempre prestato il fianco per non alimentare polemiche. Ma i miei figli no. Nascondete i vostri nomi per la vergogna di quanto rappresentate. E indossate la maschera ufficiale con cui fingere di essere normali e docenti perbene, per poi passare il vostro tempo da oltre un anno a bullizzarmi». Ma è il problema dell’assalto ai figli quello che più lascia intendere che al botta e risposta su Facebook stavolta ci saranno chiarimenti ulteriori in sedi più istituzionali. (e.c.)

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