Quattro mura in stazione: l’arte vive accanto ai treni
di Enrico Carta
Solarussa, il vecchio ufficio delle ferrovie diventa una galleria di contemporanea Il progetto dell’associazione Askosarte che ospita le creazioni di artisti locali
27 maggio 2018
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SOLARUSSA. Si sente, eccome, anche il treno passare lì a fianco. E quando lo senti, non pensi che quello possa essere il posto giusto. Invece, per assurdo, lo è anche di più. Un tempo, quando le ferrovie erano ancora in auge, era una stanzetta in cui qualche impiegato svolgeva delle pratiche o magari serviva il pubblico. Oggi è tutto diverso tra quelle pareti imbiancate di fresco che un tempo hanno anche visto bagagli e passeggeri col biglietto in mano. Oggi la stanza assegnata dall’amministrazione comunale all’associazione Askosarte è diventata un piccolo scrigno di tesori.
È lì che Chiara Schirru, Michele Mereu e Alice Rivagli hanno pensato di far nascere una galleria d’arte contemporanea. E siccome, nella filosofia che ispira Askosarte, c’è che il pensiero diventi qualcosa di più materiale proprio come avviene per le creazioni, serviva qualcosa di duro come le quattro mura dove il bianco si interrompe solo grazie alle opere esposte. E allora eccola da ieri la mostra che sarà aperta sino al 15 giugno al project space “StopOver Art”. Visto che siamo all’esordio, non poteva che chiamarsi “The beginning” e a esporre saranno gli artisti Simone Cireddu, Chiara Cossu, Lucideddu che sta per Lucia Cadeddu, Daniela e Francesca Manca, Michele Marrocu, Tonino Mattu, Michele Mereu anche con il progetto Askos, Nicko Straniero pseudonimo di Nicola Madeddu e Marco Pili.
In comune hanno la provenienza perché sono tutti artisti locali. E non è un caso: è alle voci più o meno nascoste del mondo dell’arte contemporanea “oristanese” che Askosarte dà spazio sin da quando è nata. E gli artisti rispondono con creazioni che si distaccano da canoni classici. Mischiano tecniche e materiali, li alternano tra di loro in un luogo che a tutto farebbe pensare tranne che a una casa dell’arte. Fuori dal paese che già di suo non si trova lungo le rotte più trafficate del mondo, nel viale che porta alla stazione ferroviaria semideserta, sembra il posto più sbagliato per fare arte. Sembra, ma in realtà è tutto frutto di una scelta. Come dire: «Chi vuole l’arte, deve venire a cercarsela». E infatti Chiara Schirru chiarisce ancora meglio il concetto: «Abbiamo scelto un luogo fuori mano, la sfida del progetto che affrontiamo praticamente senza fondi è proprio quella. Askosarte è nata così, creando gli spazi espositivi nella terra in cui gli artisti elaborano le loro opere. Quella che stimola un artista a New York è la stessa pulsione che stimola un artista qui». Anche dentro una stazione dove i treni passano molto meno di frequente rispetto a qualche anno fa.
È lì che Chiara Schirru, Michele Mereu e Alice Rivagli hanno pensato di far nascere una galleria d’arte contemporanea. E siccome, nella filosofia che ispira Askosarte, c’è che il pensiero diventi qualcosa di più materiale proprio come avviene per le creazioni, serviva qualcosa di duro come le quattro mura dove il bianco si interrompe solo grazie alle opere esposte. E allora eccola da ieri la mostra che sarà aperta sino al 15 giugno al project space “StopOver Art”. Visto che siamo all’esordio, non poteva che chiamarsi “The beginning” e a esporre saranno gli artisti Simone Cireddu, Chiara Cossu, Lucideddu che sta per Lucia Cadeddu, Daniela e Francesca Manca, Michele Marrocu, Tonino Mattu, Michele Mereu anche con il progetto Askos, Nicko Straniero pseudonimo di Nicola Madeddu e Marco Pili.
In comune hanno la provenienza perché sono tutti artisti locali. E non è un caso: è alle voci più o meno nascoste del mondo dell’arte contemporanea “oristanese” che Askosarte dà spazio sin da quando è nata. E gli artisti rispondono con creazioni che si distaccano da canoni classici. Mischiano tecniche e materiali, li alternano tra di loro in un luogo che a tutto farebbe pensare tranne che a una casa dell’arte. Fuori dal paese che già di suo non si trova lungo le rotte più trafficate del mondo, nel viale che porta alla stazione ferroviaria semideserta, sembra il posto più sbagliato per fare arte. Sembra, ma in realtà è tutto frutto di una scelta. Come dire: «Chi vuole l’arte, deve venire a cercarsela». E infatti Chiara Schirru chiarisce ancora meglio il concetto: «Abbiamo scelto un luogo fuori mano, la sfida del progetto che affrontiamo praticamente senza fondi è proprio quella. Askosarte è nata così, creando gli spazi espositivi nella terra in cui gli artisti elaborano le loro opere. Quella che stimola un artista a New York è la stessa pulsione che stimola un artista qui». Anche dentro una stazione dove i treni passano molto meno di frequente rispetto a qualche anno fa.