La Nuova Sardegna

Oristano

Minacce al capitano dei barracelli

di Maria Antonietta Cossu

Paulilatino, croce accanto al soprannome del comandante Giuseppe Caddeo. Lui: non ci spaventano

11 dicembre 2018
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PAULILATINO. Una scritta minatoria rivolta al capitano dei barracelli è comparsa nella notte a cavallo di domenica e lunedì sulla cisterna comunale situata poco distante dall'ingresso del paese, all'altezza dello svincolo per la Carlo Felice e le strade provinciali che collegano il paese a Santu Lussurgiu e a Bonarcado. Su un lato dell' impianto di pompaggio, utilizzato dagli allevatori per l'approvvigionamento idrico del bestiame, qualcuno ha disegnato una croce a fianco del soprannome con cui viene altrimenti chiamato Giuseppe Caddeo, alla guida della compagnia dall'anno della fondazione, il 2009.

Non è la prima volta che il comandante della polizia rurale finisce nel mirino di ignoti. Sette anni fa qualcuno devastò un uliveto di sua proprietà e fece trovare due proiettili accanto a una testa di agnello all'interno dell'azienda agricola. All'epoca si pensò a un atto intimidatorio legato all'attività di controllo del territorio svolto dalla compagnia, la stessa chiave di lettura che viene attribuita ai fatti più recenti. Il movente legato al ruolo di comando di Giuseppe Caddeo appare la pista più accreditata, ma in queste prime fasi d'indagine le forze dell'ordine non trascurano altre ipotesi. Il destinatario del messaggio di morte, invece, è certo che nelle intenzioni dell'autore ci fosse quella di scoraggiare la presenza delle camice verdi nelle campagne.

«Esercitiamo un controllo pressante, evidentemente disturbiamo certe operazioni», ha affermato Giuseppe Caddeo. Il capitano è apparso sicuro anche della provenienza del responsabile. «Dubito fortemente che fatti simili abbiano una matrice esterna, penso si tratti di qualcuno del posto. A ogni modo, se l'obiettivo di queste minacce era distogliere la compagnia dai suoi compiti, non hanno ottenuto ciò che volevano», ha chiarito Caddeo, che ha annunciato una stretta. «Continueremo con la nostra azione in maniera più pressante».

La compagnia barracellare effettua controlli sul territorio rurale e urbano nell'arco delle 24 ore coprendo una superficie di 10.400 ettari e 200 chilometri di strade campestri. I 63 uomini in servizio si dividono tra la sorveglianza delle aziende agropastorali, il controllo delle discariche abusive, dei siti archeologici, il servizio antincendio, la repressione della caccia e della pesca di frodo. «Prima che la compagnia fosse ricostituita le aziende venivano depredete di tutto: bestiame, mezzi e attrezzature agricole - ha ricordato il capitano -. Oggi i furti sono quasi azzerati e per questo forse qualcuno ci considera una spina nel fianco». Giuseppe Caddeo ha incassato la solidarietà dell' amministrazione comunale, che ha stigmatizzato il grave episodio.

«Esprimiamo la nostra vicinanza al capitano, vittima di un atto che condanniamo con forza - ha dichiarato il sindaco Domenico Gallus -. Si cerca di intimidire chi fa bene il suo lavoro. Evidentemente la compagnia barracellare è invisa ai disonesti, ma il suo operato piace alle persone oneste».

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